La7 fa gola…a De Benedetti? No, al Corriere della Sera

ROMA – Tutti vogliono La7, almeno così sembra leggendo le ipotesi giornalistiche. Da quando ha attirato l’interesse di un big come Michele Santoro (così almeno dice un altro grande acquisto della rete, Enrico Mentana), tutti si sono ingolositi, da Carlo De Benedetti (editore de l’Espresso) fino a Rcs. L’ipotesi De Benedetti è stata lanciata ieri dal Giornale e il quotidiano di via Negri torna oggi con un’altra ipotesi. Nicola Porro scrive che a voler mettere le mani sulla tv che spariglia il duopolio televisivo è il Corriere della Sera. Secondo Porro, l’amministratore delegato Giovanni Stella de La7 avrebbe preso a dire che la rete è in vendita, con maggiore enfasi a partire dall’ultima settimana, da quando cioè Berlusconi ha perso le amministrative.

E qui, secondo Porro, il Corriere avrebbe iniziato a puntare sulla rete. Ecco la ricostruzione: “La7 è della Telecom, og­gi e per i prossimi tre an­ni, guidata da Franco Ber­nabè. A sua volta la Tele­com è controllata da un trio di poteri forti italiani: Mediobanca, Generali e Intesa. A cui si associano gli spagnoli di Telefoni­ca, incastrati in Telecom perché pensavano di por­tarsela tutta a casa, ma che oggi si trovano con un titolo che vale meno della metà rispetto a quando lo acquistarono“.

E se Telecom perde in Borsa, La7 invece fa faville, soprattutto dopo il colpaccio di Mentana e l’annuncio di Santoro. Senza considerare che tutti ormai la chiamano la nuova Telekabul, in grado cioè di attirare i volti dell’informazione di sinistra dalla Rai: Fazio, Gabanelli, Dandini, solo per citare i più noti. Si era parlato di De Benedetti, ma ora il Giornale rilancia con Rcs: “Gli azionisti di Telecom e di La7 sono più o meno gli stessi di un altro grande gruppo editoriale, che peraltro è provvisto di tutto, tranne che della tv: la Rizzoli- Corriere della Sera. Vi sembra plausibile che l’azionista del Corriere e di La7 ceda la tv che sta rinascendo al suo principale concorrente? Certo dalle parti di via Solferino non abbondano i quattrini in cassa, ma lo stato di crisi è stato chiuso. Prima o poi faranno qualche euro cedendo i periodici. E per di più le normative Antitrust hanno un tetto nel quale la Rcs rientra alla grande (il cosiddetto Sic prevede il divieto per i «giornalai» di comprare tv solo se fatturano più di due miliardi in Italia). Ai tempi di Paolo Mieli direttore del Corrierone si parlò a lungo di un possibile interesse per le tv di Telecom. E oggi quell’amore sembra riprendere corpo”.

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Elisa D'Alto