
Giulio Golia intervista Capitano Ultimo

ROMA – “Quando hai messo le manette ai polsi di Totรฒ Riina lo sapevi che avresti avuto una condanna a morte?” chiede Giulio Golia a Capitano Ultimo, il colonnello dei carabinieri che arrestรฒ Toto Riina e a cui รจ stata appena revocata la scorta.
“Certo” dice Capitano Ultimo. “Questa potrebbe essere la tua ultima intervista?” chiede ancora Golia. “Potrebbe, quindi… facciamola bene”.
“Perchรฉ Ultimo? Il Generale Dalla Chiesa portรฒ questo concetto di essere nascosti, dell’invisibilitร . Ci siamo scelti dei nomi di battaglia per non farci riconoscere via radio. E cosรฌ decisi di chiamarmi Ultimo. Da quanto vivo sotto scorta? Dal 1993. Serve per controllare se sono seguito da qualcuno che ho indagato. Questo sarebbe il concerto di scorta”.
Come siete arrivati a Riina? “Seguendo la famiglia Ganci de quartiere Noce di Palermo”.
“Abbiamo cosรฌ iniziato a controllare questa via Bernini – continua – e grazie alla collaborazione di un pentito abbiamo riconosciuto la moglie di Riina e alcuni suoi collaboratori”.
Poi l’arresto. “Riina aveva paura – racconta – molta, una cosa spregevole”.
Le prime parole di Riina? “Diceva: chi siete, non respiro, chi siete”.
Sei stato processato insieme al generale Mori perchรฉ non hai perquisito il covo di Riina.
“Ho preferito seguire i fratelli Sansone – spiega – Non avevo nessun obbligo di fare la perquisizione”.
Qualcuno perรฒ portรฒ via tutto dal covo.
Perchรฉ no? Rifaresti la stessa cosa? “Sรฌ”.
“Su di lui, su Capitano Ultimo, pena la condanna a morte della mafia” spiega Golia.
“Provenzano – spiega Capitano Ultimo – aveva proprio un chiodo fisso su di me”.
“Quando lo arrestarono – continua – trovarono un mio libro sul suo comodino”.
“Sono diventato – continua ancora – un simbolo”.
Cosa nostra non esiste piรน? “Chiedilo a loro. Per loro non รจ piรน pericolosa. Attenzione: secondo me non va sottovalutata un’organizzazione cosรฌ pericolosa. Mi incazzo quando si dice che la mafia non รจ pericolosa. Non รจ solo una mia questione personale”.
Fonte: Le Iene.
