Live - Non è la D'Urso chiude in anticipo di 3 mesi. Al suo posto Bonolis, ma non è per gli ascolti
Live – Non è la D’Urso chiude in anticipo di tre mesi: l’ultima puntata del serale di Barbara D’Urso dovrebbe andare in onda a fine marzo. Giunto alla sua terza edizione, dopo due anni di attività, la D’Urso lascia il suo presidio domenicale a Paolo Bonolis con il suo Avanti un altro.
Secondo Dagospia il motivo sarebbe da ricercarsi negli ascolti troppo bassi: ossia quel 10-12% che però i vertici di Mediaset avevano già messo in conto dagli standard dello scorso anno. Nulla a che vedere con i risultati della prima edizione, quando esplose il caso Mark Caltagirone, che la D’Urso cavalcò ottenendo risultati di share di gran lunga superiori alle attese aziendali.
C’è però da tenere in conto la rivalità con la Rai, con i competitors Fazio e Giletti e con gli ascolti imbattibili della fiction di RaiUno la domenica sera. Non c’entrano quindi i risultati di Barbara D’Urso, che resta comunque al timone di Pomeriggio 5 e Domenica Live. C’entrano più logiche di risparmio, visti i tempi duri per tutti.
Lo scorso 31 marzo una petizione online chiedeva la chiusura dei programmi di Barbara D’Urso. Accadde quando, in pieno lockdown, la conduttrice invitò Matteo Salvini a recitare un Eterno Riposo in diretta per le vittime della pandemia.
Nelle motivazioni della petizione, firmata da quasi 500mila persone, si leggeva: “Ricordiamoci che l’Italia è un paese laico e che abbiamo i nostri luoghi di culto e sacerdoti. Questa operazione ha sfruttato ancora una volta il potere della religione sugli anziani, così da rafforzare la sua personalità e il suo programma, indegno culturalmente”.