ROMA, 30 MAG – ''La verita' e' alla lunga piu' comoda e piu' remunerativa di quanto non sia rompersi la testa per un servilismo che, alla resa dei conti, non paga mai''. Cosi' Biagio Agnes, morto la scorsa notte a 82 anni, salutava i suoi studenti cinque anni fa nel primo giorno dell'ultimo incarico della sua vita, quello di direttore della scuola di giornalismo di Salerno. Una carriera terminata insegnando il mestiere che lo aveva fatto crescere in Rai, prima di diventare uno degli storici direttori generali dell'azienda pubblica, anche grazie al rapporto con la Democrazia Cristiana e con il suo conterraneo Ciriaco De Mita. Agnes era nato a Serino, in provincia di Avellino. La camera ardente sara' aperta domani, nella sede Rai di Saxa Rubra, mentre i funerali si terranno mercoledi' alle 9 nella Chiesa della Gran Madre di Dio a Roma. Oggi la famiglia ha voluto stringersi nel piu' assoluto riserbo e in visita sono arrivati soprattutto amici e parenti. Il dg della Rai, Lorenza Lei, ha portato il saluto della sua seconda casa. ''Se siamo ancora la prima azienda culturale del Paese lo dobbiamo anche a lui – spiegano in una nota Lei e il presidente Paolo Garimberti – Il suo impegno e la sua dedizione per la Rai sono un esempio ma anche un patrimonio che non puo' e non deve essere disperso''. Commosso il ricordo del presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, che insieme ad Agnes percorse un lungo tratto di carriera. ''Tutto cio' che di buono conserva e rilancia il prestigio della Rai – afferma Zavoli – e' largamente segnato dalla sua indimenticabile coerenza e professionalita'''. La carriera di Agnes in Rai inizia nel 1958, dopo un'esperienza al Corriere dell'Irpinia: prima redattore alla sede di Cagliari, poi capo servizio al Giornale Radio, condirettore del Telegiornale, fondatore e direttore del Tg3, vice direttore generale per la radiofonia. Poi dal 1982 al 1990, direttore generale della Rai, il piu' longevo dopo Ettore Bernabei. Al suo fianco come presidente Rai per sette anni, c'e' Enrico Manca. ''Ha dato alla Rai un'impronta unica – ricorda ora – e' stato un grande servizio pubblico nutrito di informazione plurale, cultura ed intrattenimento intelligente''. Nella sua era vengono avviati nuovi servizi, come Televideo, e sperimentate nuove tecnologie quali le trasmissioni via satellite e l'alta definizione. Nasce anche il centro televisivo di Saxa Rubra. Tra le sue intuizioni il Tg delle 13.30 e l'ideazione del celebre magazine medico televisivo Check-up. Gli anni '80 segnano la fine del monopolio e l'avvento della tv commerciale. Agnes difende il ruolo del servizio pubblico, continua ad esigere qualita' e pluralismo, ma non vuole cedere lo scettro degli ascolti a Mediaset. ''Ci diede del filo da torcere, era un avversario agguerrito ma leale'', ricorda il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. Raffaella Carra' e Pippo Baudo sono i punti di forza dell'intrattenimento. ''Magari era un po' burbero ma decisionista, e nel privato era di una grande dolcezza'', ricorda Carra'. ''In cuor suo aveva un rispetto sacro per la Rai, in fondo non era mai andato via da Viale Mazzini'', afferma invece Baudo. Sotto la sua direzione c'e' anche la satira di Beppe Grillo e Roberto Benigni e l'arrivo alla conduzione di Fantastico di Adriano Celentano. ''E' stato il piu' bravo direttore generale della Rai, il piu' geniale e il piu' coraggioso'', ricorda ora il Molleggiato. Nel '90 Agnes lascia la Rai e diventa presidente della Stet, la holding delle telecomunicazioni e nel '97 presidente di Telemontecarlo. Nell '87 e' nominato Cavaliere del Lavoro, nel '92 riceve le lauree honoris causa in Comunicazione e nel 2004 in Medicina. Di ''un giornalista raffinato e un manager di grande esperienza'' parla il presidente del Senato, Renato Schifani. ''Ha saputo valorizzare il ruolo del servizio pubblico, promuovendo un sempre maggiore pluralismo'', sostiene invece il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Secondo Massimo D'Alema e' stato ''un appassionato sostenitore della professione giornalistica fino all'ultimo''.