Mentana: "In Rai un dg interno contro i partiti"

ROMA, 19 MAR – ''Un commissario esterno farebbe la fine dei professori: parentesi tecnocratica in un corpo allenato al rigetto. Ci vuole un uomo nato a viale Mazzini che faccia il direttore generale e renda normale un'azienda abnorme nelle dimensioni, irriconoscibile nelle capacita' di governo, pletorica nella struttura di comando''. Lo afferma, in un'intervista a Repubblica, il direttore del Tg di La7 Enrico Mentana, secondo cui e' ora di ''normalizzare'' la Rai.

''Napolitano e Monti hanno il potere, e forse lo eserciteranno, di chiedere ai partiti di non nominare dei rappresentanti di lista nei consiglio di amministrazione'', dice Mentana. ''La Rai finora e' stata la greppia per piazzare persone, il posto eletto per i fiduciari politici, anche il luogo di autofinanziamento attraverso la quotazione delle fiction. E infine la grande risorsa del potere maschile: designare, insediare, insidiare corpi di donne. Come fanno oggi a soffiare sopra questo ben di Dio?''. ''Questi partiti senza piu' idee e senza futuro, se perdono anche la visibilita' televisiva, finiranno esuli in terra patria'', osserva Mentana. ''Per alcune sigle politiche la tv e' l'unico mezzo per farsi riconoscere''.

''Con Berlusconi al comando dell'Italia – prosegue il giornalista – gli spalti erano gremiti da tifosi e si poteva convocare uno Stracquadanio e un De Magistris a ogni ora del giorno o della notte e fare il pieno di ascolti. Un giornalismo pigro vedeva servita a tavola il pasto lauto senza muovere un passo. Adesso tutto cambia''.

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Elisa D'Alto