Miguel Bosé parla di droga, del suo negazionismo da Covid e della sua vita personale in un’intervista controversa sulla tv spagnola La Sexta. Il cantante italo-spagnolo conferma la sua posizione negazionista in merito al Covid-19. Parla anche dell’abuso di droghe, del difficile rapporto col padre e della rottura dal compagno Nacho Palau.
Miguel Bosé torna in tv a sei anni di distanza dall’ultima intervista sui media spagnola. L’intervista è in realtà una lunga conversazione con l’amico Jordi Évole andata in onda in due puntate (l’11 aprile e il 18 aprile).
Bosé insinua che sua madre Lucia Bosè, grande icona del cinema italiano, non sia morta di Covid ma sarebbe stata sedata “a morte” dai protocolli sanitari esistenti all’inizio della pandemia per la quale gli anziani “non erano la priorità”.
“Sono un negazionista e lo dico a testa alta. La verità non è nota perché c’è un piano escogitato in modo che non si sappia. Mia madre? Non è stato il virus a ucciderla, ma qualcos’altro… Se parlassi direi cose molto pericolose per chi doveva curarla”.
Miguel Bosé ha poi parlato della sua giovinezza selvaggia segnata dall’uso di droghe. Ha iniziato a consumare stupefacenti negli anni Ottanta dopo una delusione d’amore e ha smesso completamente solo pochi anni fa. “Chiamai alcuni amici e dissi loro: ho bisogno di fare festa. Ricordo il primo bicchiere, e poco dopo la prima striscia di coca. Gli effetti mi durarono una settimana. Pensavo che fosse una parte necessaria, legata alla creatività”.
“Ma da un giorno all’altro le droghe smettono di essere tue alleate e diventano il tuo nemico. Fino al giorno in cui ho avuto la forza di dire basta. Non uscivo più nei locali, ma mi facevo lo stesso tutti i giorni. Sono arrivato a consumare quasi due grammi di cocaina al giorno, oltre a fumare marijuana e a prendere pastiglie. Solo sette anni fa ho smesso per sempre con tutta questa roba”.
Bosé oggi ha 65 anni compiuti il 3 aprile. Nell’intervista ha parlato con una voce roca e rovinata. I suoi problemi vocali sarebbero da ricondurre alla sua rottura dallo scultore Nacho Palau: i due si sono separati nel 2018 dopo ben 26 anni di relazione e hanno lottato in Tribunale per la custodia dei quattro figli Diego, Tadeo, Ivo e Telmo, due coppie di gemelli nati con maternità surrogata.
Due sono figli biologici di Bosé e due di Palau: al momento tutti e quattro i bambini sono in Messico con Bosé, anche se solitamente vivono separati e i figli di Palau risiedono in Spagna (Bosé vive in Messico da anni in una zona molto tranquilla e fa il coach nel talent show La Voz México ndr).
“La mia voce naturale va e viene. È un problema di natura emotiva. Ho cominciato a perdere la voce nel momento in cui la mia famiglia… Ok, non si chiama famiglia, diciamo che era un accordo di convivenza tra due persone che avevano avuto una relazione e che avevano deciso di mantenere buoni rapporti perché i loro bambini potessero continuare a crescere come fratelli…”.
“Ecco, quando questa relazione ha cominciato ad andare male, quando l’amore non esiste più e anche l’amicizia e la convivenza civile spariscono, quando tutto crolla… Nel mio caso per discrezione, responsabilità, anche per educazione, prima incassi tutto ma poi esplodi. Così per me sono incominciati problemi seri. Uno di questi è stata la voce: adesso almeno posso parlare, però sono arrivato proprio a non riuscire ad emettere suoni, zero”. Il cantante ora spera che entro il 2022 la sua voce si sistemi in maniera definitiva potendo così tornare a cantare.
Nell’intervista, Miguel Bosé ha ammesso di sentire la mancanza del padre, il celebre torero Luis Miguel Dominguín, morto nel 1996 (che per Lucia Bosé lasciò Ava Gardner). Con il genitore, il rapporto fu intenso ma anche burrascoso: “Lui voleva da me, figlio primogenito, un erede fatto su misura per lui”.
Molto drammatico è il racconto di una battuta di caccia insieme al padre. In quell’epoca, Miguel Bosé era poco più che un bambino: “Mi chiese di sparare a una cerva. Io sparai, la uccisi e al momento di strapparle le viscere, che è quello che si fa per poi portare la cacciagione a casa, scoprimmo che la cerva portava in grembo un cucciolo, gli mancavano solo poche settimane per nascere. Io reagii malissimo, presi mio padre a pugni, gli urlai figlio di p… e me ne andai. Lui mi diede del codardo, ma io non mollai. Quel giorno papà capì che con me non sarebbe stato facile”.