Difficile capire cosa sia successo e se esistono responsabilità, ma ieri alla finalissima di Miss Italia non è stata chiamata in scena la bandiera tricolore per celebrare il 150/o dell’Unità d’Italia insieme ad Anita Garibaldi, pronipote dell’Eroe dei Due Mondi. La discendente di Giuseppe Garibaldi ha chiesto chiarimenti al capostruttura di Raiuno Antonio Azzalini subito dopo l’incontro stampa di chiusura di Miss Italia a Salsomaggiore, e il dirigente Rai le ha risposto che ”non era in scaletta”. Anita Garibaldi gli ha replicato: ”Ma come? Siamo stati invitati dal Comune e da Miss Italia…”. ”Mi dispiace, non era previsto”, ha detto ancora Azzalini, e si è allontanato.
L’iniziativa era stata annunciata dalla ‘patron’ Patrizia Mirigliani nei giorni scorsi, tra le iniziative per celebrare il 150esimo, come un momento in cui la nuova Miss Italia avrebbe dovuto togliersi la corona da reginetta (che invece poi non ha indossato al momento dell’elezione) e indossare la più grande Corona Turrita fatta creare appositamente per il 150esimo dell’Unità nazionale, unica corona che l’appena eletta Francesca Testasecca ha poi indossato in Tv, ma senza un momento esplicativo dell’iniziativa. E senza che salissero sul palco nè Anita Garibaldi nè le ragazze dell’associazione Garibaldini, corpo speciale della Protezione civile, che portavano la bandiera tricolore. Subito dopo aver parlato con il dirigente Rai, Anita Garibaldi si è rivolta all’organizzazione del concorso, che ha ammesso l’inconveniente: ”Era nostro desiderio andare in Tv con l’iniziativa, ma la stessa ‘patron’ ha poi concordato che in quel contesto forse non era il caso. Non c’è alcun contrasto con la Rai. Essendo uno spettacolo di varietà si può anche valutare che non fosse il caso di esibire il tricolore. Certo, sarebbe stato meglio andare in Tv, ma non è che l’evento non esiste se non va in Tv”.
Il concorso, è stato ricordato, ha organizzato più di una iniziativa a Salsomaggiore con Anita Garibaldi e le ‘garibaldine’ che portavano il tricolore. Amareggiata, Anita Garibaldi avrebbe voluto qualche chiarimento in più, notando: ”All’ultimo momento abbiamo capito che non c’era più la volontà di farlo”.
La salma di Garibaldi. E forse medita altre iniziative (”sto pensando se scrivere al Presidente Napolitano), battagliera come in tutte le questioni di famiglia, compresa la reiterata richiesta di riesumare la salma di Giuseppe Garibaldi: ”E’ da tanti anni – spiega – che nella famiglia si dice che forse la salma non è più a Caprera. Quindi in occasione del 150esimo dell’Unità d’Italia mi sembra logico chiedere un’indagine come quella compiuta con Padre Pio. Se proprio non si vuol fare la riesumazione, oggi è possibile fare accertamenti con una rilevazione elettronica”.
Il timore è che qualcuno abbia voluto far rispettare le ultime volontà di Giuseppe Garibaldi, che nel testamento ”chiese di essere bruciato su una pira, come Shelley, con il viso rivolto al sole, ma non fu fatto perchè i potenti dell’epoca (i generali, il Governo, il re) volevano farsi belli con la cerimonia dei suoi funerali. E lo hanno messo dentro una tomba, lui che voleva le ceneri sparse in mare”.
La smentita degli storici. E’ la storia a smentire la pronipote di Garibaldi, Anita: l’eroe dei due mondi è sepolto nell’isola di Caprera, e la casa museo è stata ricostruita come all’origine, quando vi abitava il generale. ”Lo confermano i documenti ufficiali”, spiegano gli esperti. E il soprintendente per i Beni architettonici e storici delle province di Nuoro e Sassari, Gabriele Tola, chiarisce: ”Non darò mai l’autorizzazione a ‘violare’ la tomba, era e resta un simbolo anche senza le spoglie”.
E’ dal 2007 che va avanti la disputa su cosa effettivamente nasconda il sepolcro di Caprera. Gia’ allora la piu’ anziana tra le responsabili del Compendio garibaldino, Stefania Susini smenti’ la pronipote sull’ipotesi della cremazione. Oggi è l’attuale direttrice del Museo, Laura Donati, a contraddire Anita. ”A mio parere il corpo del generale si trova a Caprera, sono numerosi – afferma – i documenti d’archivio che lo dimostrano”.
”Quel che è importante è il simbolo del luogo, che prevarica la presenza della salma – sottolinea il soprintendente Tola – Per questo motivo non sono intenzionato ad autorizzare alcuna riesumazione e spreco di soldi per verificare se i resti si trovino o meno a Caprera. I documenti in nostro possesso – ribadisce – dicono che la salma e’ stata sistemata nella tomba allestita nel luogo scelto da Garibaldi, non abbiamo invece documenti che accertino il contrario. Nei nostri uffici – aggiunge – non risulta al momento alcuna richiesta da parte di Anita Garibaldi per la riesumazione, se non una comunicazione telefonica fatta in data odierna”.
Quanto al dubbio sui cimeli sollevato sempre ieri dalla pronipote, e’ presto spiegato. ”Nel 1976 quando venne aperto il Museo nazionale del Compendio garibaldino di Caprera si cerco’ di ricostruire la casa originale del generale – racconta Laura Donati – Tutte le targhe e i cimeli, principalmente funebri, sono stati fotografati, inventariati e custoditi nei nostri magazzini. In occasione del centenario abbiamo presentato un progetto, finanziato dal Ministero, che ci consentira’ di ristrutturare questi cimeli e renderli fruibili al pubblico. Si tratta principalmente di targhe e corone in diversi materiali successivi alla morte dell’eroe, per questo stiamo pensando di allestire un’area apposita, magari studiando un percorso che dal compendio porti il visitatore sino al cimitero. Se la signora Anita e’ convinta di aver visto su internet dei cimeli del nostro eroe ce lo segnali: noi, con la preziosa collaborazione delle forze dell’ordine – sottolinea la direttrice -, verifichiamo tutte le segnalazioni di oggetti che potrebbero essere stati trafugati dalla casa di Caprera”.