ROMA – “Nadia Toffa? È arrivata alle Iene come se ne è andata, con un grande sorriso e una grande energia. Li ha portati in redazione, regalando a tutti tanta allegria”. Paolo Calabresi, intervistato dal Corriere della Sera, ricorda così l’arrivo di Nadia Toffa alle Iene.
Una redazione prevalentemente maschile… “Si confondeva più tra i maschi che tra le donne. Aveva quel sorriso che ha mantenuto fino alla fine, era il sorriso di una persona determinata. Aveva una tendenza particolare alla dimensione social, da cui è arrivata anche qualche cattiveria. Ne soffriva e non riusciva ad accettarlo”.
Le parlava della malattia? “Raccontava quello che le era successo con tranquillità però non entrava nello specifico; la mia sensazione era che lo facesse per non spaventare e non spaventarsi”. Aveva chiesto di continuare a trattarla normalmente… “Io le ripetevo che stava molto meglio con le parrucche che con i suoi capelli. Ridevamo quando dovevamo imparare i nostri balletti. Era venuta in radio da me a presentare la sua canzone, Diamante Briciola: le dicevo che era di una bruttezza senza precedenti e lei ne era consapevole, poi off line abbiamo riso parecchio”. Cosa le piaceva di lei? “Che fosse uguale a come si mostrava davanti alle telecamere. Diceva che le Iene erano la sua vita e lo dimostrava. Ha fatto inchieste importanti. Quando si trattava di attaccare era l’ inviata modello. Ti parlava a un centimetro dalla bocca e ti stava addosso finché le davi la risposta che cercava”.
Sembrava appassionarsi ai temi che raccontava. “Non c’ era differenza tra quello che faceva sul lavoro e quello che si portava a casa. A settembre arrivavamo tutti in redazione con l’ ansia di avere un paio di servizi già pronti… lei ne aveva otto, dieci…”. Quando l’ aveva sentita l’ ultima volta? “A fine maggio, poi ci siamo scritti ma dopo poco era diventato difficile. L’ ultima cosa che mi ha scritto è stata never give up”.
Fonte: Il Corriere della Sera.