
"Ossi di seppia. Il rumore della memoria". Su RaiPlay la prima serie non fiction che ripercorre la storia recente d'Italia
E’ “Ossi di seppia. Il rumore della memoria”, la prima serie non fiction prodotta da 42ยฐParallelo per RaiPlay.
La serie, in onda dal 12 gennaio, sarร composta da 26 puntate di un racconto seriale emozionale e immersivo, rivolto alla Generazione Z e ai Millennials, immaginato e voluto come antidoto per frenare la perdita della memoria collettiva.
In primo piano, tra le altre, la vicenda di Carlo Urbani, il primo medico ad identificare un virus sconosciuto e letale persino per lui, la Sars.
E ancora la morte improvvisa del calciatore Davide Astori e quella di Dj Fabo.
Il crollo del ponte Morandi. Il disastro nucleare di Fukushima e l’incidente di Seveso, due tragedie ambientali che attraverso le immagini d’archivio (le tute bianche che bonificano il terreno, l’istituzione di una zona rossa e l’invito delle autoritร a restare a casa) ci riportano immediatamente all’oggi e alle ansie della pandemia.
Ossi di seppia, il direttore di RaiPlay: “Le storie che raccontiamo sono destinate ai giovanissimi. E’un progetto ambizioso”
“Le storie che raccontiamo con Ossi di seppia – sottolinea Elena Capparelli, direttore RaiPlay e Digital – sono destinate prioritariamente ai giovani e giovanissimi. E’ un progetto ambizioso che vuole restituire valore alla memoria recente, trasformandola in qualcosa di pulsante e vivo per le nuove generazioni. Il nostro obiettivo รจ andare in controtendenza rispetto alla velocitร e alla massa indistinta di informazioni in cui siamo sempre piรน spesso sommersi, per offrire riflessioni e prospettive di lettura attraverso il patrimonio delle Teche Rai, attraverso testimoni d’eccezione, ma soprattutto grazie ad una modalitร narrativa moderna nel linguaggio e nel formato”.
“La lezione della maggior parte delle pandemie รจ che non lasciano nessuna lezione. Ossi di seppia lavora proprio su questa mancanza”, fa notare Mauro Parissone, direttore editoriale di 42ยฐParallelo.
“L’impensabile รจ la chiave di lettura sulla quale abbiamo declinato il progetto. L’epoca del virus รจ uno spartiacque. Ci interessava ripensare la memoria dopo il coronavirus, agganciarci al nuovo immaginario. Alla nuova necessitร di ricordare. Riabilitare storie e frammenti che prima non avremmo preso in considerazione. Per questo abbiamo scelto di non parlare del Covid-19, poichรฉ rappresenta il presente e sarร il nostro presente. Ma di usare invece storie di ieri che hanno una forte connessione con ciรฒ che stiamo vivendo il presente, lavorando sui sentimenti che questo cambiamento produce”. (Fonte: Ansa)
