Il bilancio piange e per la Rai è tempo di trasparenza e di guardare con attenzione ai costi, quelle delle fiction tv su tutte. Così, mercoledì 20 ottobre, davanti alla Commissione parlamentare di vigilanza, hanno sfilato i vicedirettori generali Antonio Marano e Lorenza Lei ed il direttore di Rai Fiction Fabrizio del Noce.
Oggetto dell’incontro soprattutto le fiction e i contratti con le aziende che le producono e le distribuiscono. I numeri, infatti, parlano di costi lievitati di circa 190 milioni di euro in un momento in cui il bilancio (attorno ai 120-130 milioni il buco attuale con prospettive di aumento esponenziale entro il 2012) chiederebbe ben altra cautela.
E, tra le aziende che producono e vendono fiction alla Rai ci sono anche la Goodtime di Gabriella Buontempo e la Ellemme Group di Massimo Ferrero. Quest’ultima, secondo il quotidiano Il Giornale, è quella cui si sarebbe “appoggiato” Giancarlo Tulliani, il cognato di Gianfranco Fini, “per avere agganci nella tv di Stato”.
Di certo alla Goodtime, in un primo momento, era stata bloccata una fiction, Anita, poi approvata dal Cdm. Quanto alla Ellemme di Ferrero, detto “viperetta”, il Giornale scrive che la società ha strappato il via libera per una lunga serie “Mia madre” dal costo di circa sei milioni di euro.
Poi c’è il capitolo delle grandi case produttrici di fiction, come la Endemol (33% di proprietà Mediaset) e la Ares Film (partecipata al 30% da Rti, ovvero sempre Mediaset). Qualche esponente dell’opposizione è perplesso: la Rai compra a suon di milioni prodotti confezionati da aziende di proprietà, almeno in parte, del suo principale concorrente. Un po’ di trasparenza non sarebbe male.