Santoro in bilico, Mondiali con poche partite e tanti inviati, Tg1 in calo: ma per Masi il bicchiere Rai è mezzo pieno

Mauro Masi

Dai Mondiali che si vedono poco ma che costano il “20% in meno” al Tg1 che perde ascolti ma “non così tanti come la concorrenza”.  Il direttore generale della Rai Mauro Masi, parlando in commissione di viglilanza ha una risposta positiva per ogni obiezione. Di certezze, però, per quello che riguarda i palinsesti ancora non ce ne sono a cominciare dall’argomento più scottante, quello della conferma o meno di Annozero di Michele Santoro.

Santoro, Saviano, Fazio & Co. Ad oggi Santoro è previsto nei palinsesti ma non c’è nessuna specifica menzione alla trasmissione del giovedì su Raidue. E Masi spiega: “In merito al caso Santoro il Consiglio di amministrazione ha votato un’ipotesi di accordo. Poi ci sono stati vari passaggi di comunicazione. Risponderò a tutte le domande quando la vicenda sarà definita in termini formali”. Insomma, niente certezze e ancora tutto da discutere. Sempre sui palinsesti il dg ha aggiunto che “il programma di Fazio e Saviano andrà in onda il lunedì o il venerdì, non ci sarà nessuna sovrapposizione con la Champions League il mercoledì”. “Non ho dato giudizi apodittici sulla trasmissione – ha aggiunto Masi -, mi è stata proposta all’ultimo minuto e ho solo detto vediamo di cosa si tratta. In ogni modo, l’unica trasmissione tolta dal prossimo palinsesto è ‘Il fatto del giorno’ su Raidue”.

Mondiali. Sui Mondiali, di cui la Rai trasmette una sola partita al giorno Masi ostenta soddisfazione: “Posso solo dire che rispetto alla precedente edizione abbiamo ridotto i costi del 20% e sono diminuiti anche i giornalisti e gli operatori”. Giorgio Merlo, del Pd, aveva espresso perplessità sul fatto che la Rai, pur trasmettendo il 30% delle partite rispetto a Sky, in Sudafrica ha il doppio degli inviati.   “Un confronto con Sky non è possibile – si è limitato a rispondere il direttore generale – perché abbiamo due strutture aziendali completamente diverse”.

Tg1. Incalzato sul calo di ascolti del Tg1 di Augusto Minzolini, Masi ha replicato: “Il Tg1 è un telegiornale vivo, che segue i trend della società e fa contaminazione di generi, che é il futuro delle televisione”. Secondo il direttore generale “il Tg1 soffre meno del Tg5 la crisi. Nei primi cinque mesi dell’anno ha perso l’1,3%, mentre il Tg5 ha perso l’1,8%, Il vantaggio sul telegiornale concorrente è cresciuto dal 3,8% al 4,1%”. Si perdono ascolti, ma meno degli altri: quindi per Masi il bicchiere è mezzo pieno.

Caso Ruffini. Masi, poi, è tornato sulla vicenda dell’ex direttore di Raitre Paolo Ruffini, sostituito e poi reintegrato dopo una sentenza. “Le decisioni dei giudici devono essere applicate e per questo abbiamo reintegrato Ruffini – ha detto il dg – ma riteniamo l’ordinanza totalmente infondata in fatto e in diritto. Speriamo che venga modificata in appello perché demolisce il principio dello jus variandi”.

“Gli incarichi dati a Ruffini erano di tutto rispetto, non c’é stata alcuna rimozione e la decisione è stata presa non da me, ma da 8 membri del cda – ha aggiunto Masi -. Ci sono colleghi come Marano, Mimun, Socillo e La Porta che non hanno seguito la strada di Ruffini. Con Di Bella i contatti sono stretti, ci ha dato delle indicazioni e sono sicuro che troveremo soluzioni a breve. Anche per Caprarica troveremo in tempi brevi una soluzione. Il problema è che in Rai abbiamo trovato una pletora di dirigenti di primo livello e trovare una collocazione non è semplice”.

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Emiliano Condò