ROMA – Presunte irregolarità sull’acquisto dei film: per questo la Procura di Roma avrebbe aperto un’inchiesta sulla Rai. Lo riferisce Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera.
Gli inquirenti ipotizzano, secondo la Sarzanini, che le società di mediazione tra l’azienda di Stato e le majors internazionali abbiano gonfiato i prezzi dei film per evadere le tasse.
Scrive la Sarzanini che, secondo l’ipotesi, le irregolarità sarebbero state commesse attraverso fatture false. L’inchiesta mira a verificare le eventuali responsabilità dei dirigenti della Rai. Per questo motivo la guardia di Finanza ha preso tutti i contratti stipulati dal 2003 in poi, cioè il lasso di tempo in cui sarebbero stati commessi i presunti reati: evasione fiscale, truffa e falso in atto pubblico.
I pm che si occupano dell’inchiesta sono gli stessi che hanno portato avanti l’inchiesta sui diritti tv pagati da Mediatrade, società di Mediaset, che vede indagate dodici persone tra cui il premier Silvio Berlusconi e il figlio Pier Silvio.
Il sospetto degli inquirenti, scrive la Sarzanini, è che la Rai abbia utilizzato il cosiddetto “metodo Agrama“. Mohamed Farouk Agrama (meglio noto come Frank) è l’imprenditore egiziano che, secondo i pm, aveva creato delle società con lo scopo di alzare i costi affinché Mediaset potesse ottenere detrazioni fiscali.
Per la Sarzanini è possibile che la Procura decida di chiedere chiarimenti ai direttori generali che si sono succeduti in questi anni: Flavio Cattaneo, Alfredo Meocci, Claudio Cappon e Mauro Masi.