”La censura oggi? L’Italia resta un paese democratico, non è la Cuba di Castro, il Venezuela di Chavez, non ci arrestano, abbassano i decibel del volume, non pagano gli ospiti, ci diffamano pensando che per il semplice fatto che facciamo il nostro lavoro non dobbiamo essere pagati”. Così Roberto Saviano, in collegamento da Berlino con Annozero, è tornato sugli ostacoli alla realizzazione del programma ‘Vieni via con me’. La questione del compenso degli ospiti, ha detto tra l’altro lo scrittore, ”è anche un favore alla concorrenza: la Rai è l’unica azienda che lavora contro se stessa”.
”Masi e la dirigenza – ha ribadito l’autore di Gomorra – ci hanno chiesto la scaletta: è giusto, è il mio editore. Ma da quando abbiamo consegnato la scaletta, tutto è cambiato”. Tra i temi su cui stava preparando i monologhi, Saviano ha citato ”la ‘ndrangheta in Lombardia, una riflessione sul Risorgimento da uomo del Sud: volevo parlare di cosa significa il paese unito, la convenienza per il nord di avere il sud”.
”La voglia di fare la trasmissione è tantissima”, ma il direttore generale della Rai Mauro Masi ”si assuma le sua responsabilità”, assicurando pieno supporto al progetto: è l’invito lanciato da Saviano.
Non si è fatta attendere la risposta dalla direzione generale della Rai: ”Non esistono e non sono mai esistite difficoltà amministrative relative al programma ‘Vieni via con me’, sottolinea che le affermazioni del signor Roberto Saviano sulla presunta consegna delle scalette e su banali questioni logistiche riguardanti gli ospiti sono completamente prive di ogni fondamento”.