Sulle nomine è stato scontro in Rai e il presidente Paolo Garimberti ha deciso di annullare la riunione del consiglio di amministrazione che slitterebbe a giovedì prossimo.
Un rinvio formale di una settimana che però non risolve la situazione di stallo totale e del muro contro muro che si è creata al momento tra maggioranza e opposizione al settimo piano e che si riflette anche in un vivace botta e risposta tra il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani e il portavoce del premier, Paolo Bonaiuti.
Il nodo sta nel corposo pacchetto di nomine che il direttore generale Mauro Masi era intenzionato a portare alla riunione di oggi, un pacchetto sul quale il dg ha il sostanziale accordo dei consiglieri di maggioranza.
Alle voci sulle sue proposte – che avrebbe dovuto presentare giovedì 27 ottobre – avrebbe fatto eco l’intenzione da parte dei tre consiglieri di centrosinistra di disertare la riunione. Ci sarebbe stato dunque un confronto tra Masi e Garimberti nel quale il presidente, tra l’altro, avrebbe anche ventilato l’ipotesi di dimissioni. Da qui la decisione di oggi di rinviare.
Giovedì prossimo sul tavolo del cda potrebbero tornare le ipotesi di nomine sfumate per ora. Da mesi si vocifera della sostituzione di Corradino Mineo a Rainews 24 con il caporedattore di Sky Tg24, Franco Ferraro. Un cambio che potrebbe prevedere lo spostamento dell’attuale direttore del canale all news alla sede Rai di Mosca. Oltre ai nodi della direzione di Raidue (con forse qualche problema anche nella maggioranza per la sostituzione di Massimo Liofredi con Susanna Petruni) e Rainews, il Cda dovrebbe prendere in esame diverse proposte di nomina ai vertici tra cui quello di Rai Educational, di Rai5, per cui si farebbe il nome di Pasquale D’Alessandro, di Rai4 che resterebbe a Carlo Freccero e di Rai Ragazzi che spetterebbe a Gianfranco Noferi.
Intanto i consiglieri di minoranza Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Rodolfo De Laurentiis hanno scritto al presidente della Vigilanza Sergio Zavoli per esprimere preoccupazione per il rischio di una ”crisi irreversibile”, chiedere ”una guida” che faccia gli interessi dell’azienda, lamentare la gestione del piano industriale.
Lettera di cui Zavoli ha dato conto oggi durante l’ufficio di presidenza della Vigilanza, che domani deciderà di ascoltare i vertici Rai perché, dice il presidente, c’è una ‘situazione di disagio’ che si aggrava. Uno scontro che si riflette nella durezza delle dichiarazioni politiche.
Per il segretario del Pd Pierluigi Bersani, Masi deve ”prendere atto che la sua esperienza è finita”, perché con la lettera di tre consiglieri a Zavoli ”il caso Rai è arrivato a un punto di una gravità inaudita. Siamo davvero al capolinea”. Quelli del segretario Pd sono ”paroloni”, per bloccare ”qualsiasi cambiamento in Rai. E’ bastato toccare le vecchie fortezze edificate dalla sinistra in tanti anni di dominio assoluto sulla Rai per scatenare le ire del leader democratico, che ora teme i risultati positivi del lavoro del Direttore Generale” Masi, replica il portavoce del presidente del Consiglio, Paolo Bonaiuti.
Per il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto gli attacchi confermano ”come sia la sinistra a volere mettere il bavaglio e controllare l’informazione e la sua struttura”. Il suo collega al Senato Maurizio Gasparri è convinto che Bersani lanci ”minacce verso il servizio pubblico che nascono dalla concezione proprietaria della Rai tipica della sinistra”. Dall’Udc parla Roberto Rao sostenendo che in Rai ”è arrivato il momento di una presa di responsabilità da parte delle forze politiche”. Dall’Idv l’affondo del presidente dei senatori Felice Belisario, convinto che il dg ”e il suo sponsor Berlusconi stanno distruggendo il servizio pubblico”.