ROMA – Tagli per 46 milioni di euro. Il Cda Rai cerca così di raggiungere il pareggio di bilancio per il 2012. Il presidente Paolo Garimberti ed altri 6 consiglieri hanno votato a favore, mentre Giorgio Van Straten si è astenuto. La manovra intende compensare il calo della raccolta pubblicitaria scesa del 5% nel primo trimestre dell’anno. Un dato che ha fatto passare l’obiettivo della concessionaria Sipra per l’anno da 1 miliardo a 950 mila euro.
IL PIANO DEI TAGLI – I tagli principali sono sulla capogruppo, con meno 30 milioni nei diversi settori. Le reti generaliste vedono un taglio di 9,5 milioni di euro, meno 5 milioni per Rai1, meno 3 per Rai2 e  meno 1,5 per Rai3. I restanti tagli saranno operati sulle società controllate a partire dal cinema. Anche le testate saranno soggette ad una riduzione di budget.
Il piano è rimasto invariato, nella sua ossatura, rispetto all’impostazione iniziale. Dalla direzione generale sarebbero però arrivate alcune precisazioni e correzioni in seguito alle richieste dei consiglieri. Sarebbero stati ridotti i tagli sulle teche Rai e ai canali tematici e sarebbe inoltre stato introdotto il principio della ricerca di accordi strategici con operatori pay. Quanto al rinnovo dei contratti, di fronte alla richiesta di precisazioni di alcuni consiglieri, sarebbe stato specificato che tale rinnovo non è escluso e che per l’azienda l’incremento di efficienza e produttività è un punto importante.
LE RAGIONI DEL CDA – Il consigliere Rai Antonio Verro parla di ambizione dopo il cda: “In un anno pari come questo, in cui ci sono ingenti esborsi per i diritti sportivi, il pareggio di bilancio è un obiettivo ambizioso e significativo, che questa manovra dovrebbe garantire”.
Giorgio Van Straten, il consigliere che si è astenuto dalla votazione dei tagli, ha detto: ”Io non condividevo l’impostazione iniziale, perché si trattava di una manovra tutta basata sui tagli e non si è badato all’individuazione di strade per aumentare i ricavi. In partenza ero contrario, poi alcune modifiche migliorative sono state fatte, alcune strade alternative, sia pure in modo generico, sono state individuate e per questo mi sono astenuto. E’ una manovra tanto necessaria, quanto impostata in modo rischioso. I tagli sono in sostanza tagli al prodotto, perché le spese per il personale non sono comprimibili. Se il prodotto dovesse perdere in qualità , la manovra potrebbe dimostrarsi insufficiente, perché potremmo trovarci di fronte alla necessita’ di fronteggiare un ulteriore calo delle entrate pubblicitarie legato proprio al peggioramento del prodotto. Una presa d’atto sul nulla sarebbe una presa in giro”.
LA REAZIONE DEL TG1 –Â I giornalisti del Tg1 riuniti in assemblea considerano un’ipocrisia inaccettabile l’ipotesi che un cda ormai scaduto e che vota solo ulteriori tagli all’informazione ‘prenda atto’ di un piano editoriale monco che non prevede – come da prassi – una squadra di vertice che possa attuare una riorganizzazione e un rilancio del giornale”. E’ quanto si legge in una nota dell’assemblea del Tg1. ”Per questo – prosegue la nota – l’assemblea del Tg1 chiede al cda della Rai di non prendere atto di questo piano editoriale se non e’ in grado di dare alla nostra testata quello che serve: un vero rilancio. In caso contrario l’adempimento contrattuale della presa d’atto spetti al prossimo Cda nel pieno dei suoi poteri”.
