
Il piano industriale messo a punto dal direttore generale della Rai, Mauro Masi, e approvato dal consiglio di amministrazione, prevede una revisione del modello organizzativo dell’azienda, con accorpamenti delle varie strutture e esternalizzazioni di alcuni settori, oltre alla vendita di immobili e alla cessione di Rai Way.
Il progetto, nei piani del dg, dovrebbe garantire all’azienda il pareggio di bilancio alla fine del 2012. A quella data si ipotizza di ridurre di circa mille unità i 12 mila dipendenti dell’azienda pubblica, oggi in sciopero.
I conti. Il direttore generale renderà noti mercoledì in cda i dati di bilancio del 2010 e le previsioni per il 2011. Secondo quanto recentemente riferito da Masi, l’anno in corso si chiuderà con una perdita tra i 115 e 118 milioni di euro, mentre si stima di chiudere il 2011 con un avanzo tra i 15 e i 25 milioni, anche grazie ai 45 milioni di risparmio garantiti dall’anticipazione del piano di incentivazione all’esodo. A fine 2012 si conta invece di raggiungere il pareggio di bilancio. Nel piano è citato anche il progetto operativo da sottoporre al governo per il recupero del canone evaso, che ammonta a 700 milioni di euro annui. Tra le ipotesi normative anche l’aggancio alla bolletta elettrica.
Accorpamenti. Il piano prevede la revisione degli assetti societari dell’azienda con l’incorporazione nella Rai di Raitrade e Rainet e della società di distribuzione 01 in Rai Cinema. Prevista anche la fine delle attività produttive per Rai Corporation. Nell’area informazione, è prospettata l’aggregazione di Rainews, Televideo e parte di Rai International. Prevista anche la riduzione delle spese e la revisione degli uffici di corrispondenza e la modifica del modello organizzativo e produttivo della radiofonia.
Esternalizzazioni. Il piano prevede l’affidamento a società esterne dell’ufficio abbonamenti e dei servizi generali. Sul fronte della produzione c’è in progetto anche l’affidamento a societa’ esterne delle riprese, dei trucchi e dei costumi. Tra prepensionamenti, outsourcing e blocco del turn-over, si prevede l’uscita di circa mille dipendenti. Questo aspetto, insieme al regolarizzazione dei circa 2000 precari, e’ il motivo principale di contrarieta’ da parte dei sindacati del personale giornalistico e non.
Strutture immobili. Altro punto fortemente contestato dalle associazioni dei lavoratori è la cessione delle 1500 torri di trasmissione di Raiway, grazie ai quali l’azienda conterebbe di incassare intorno ai 300 milioni di euro. Tra le ipotesi anche la vendita di alcuni immobili. Si è parlato delle sedi storiche di viale Mazzini, via Teulada e via Asiago, oltre ad alcuni immobili a Torino e Venezia.
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