La Commissione di Vigilanza ha approvato all’unanimità il parere al contratto di servizio 2010-2012 tra Rai e ministero dello Sviluppo economico, obbligatorio ma non vincolante. Il testo, che contiene alcuni emendamenti allo schema trasmesso dal ministero, sarà ora sottoposto al vaglio delle parti.
Il presidente, Sergio Zavoli, ha ringraziato il relatore, Roberto Rao, sostenendo che “il testo del contratto di servizio è stato migliorato” e ha sottolineato l’impegno di tutti i gruppi nel ricercare tutti i possibili punti di convergenza. “In un clima di civiltà – ha detto – si è svolto un lavoro eccezionale senza frizioni”. Zavoli ha quindi sostenuto che “fonte, natura ed effetti del contratto di servizio dovrebbero risalire alle responsabilità del Parlamento e non del Governo”. Nella discussione sugli ultimi articoli, sono stati bocciati gli emendamenti dell’opposizione che chiedevano di modificare la composizione della Commissione paritetica che ha il compito di controllare il rispetto del contratto di servizio, affiancando ai membri di azienda e ministero, anche quelli di Agcom e Commissione di Vigilanza.
Ecco i temi più controversi e le principali modifiche allo schema di contratto di servizio 2010-2012 tra ministero dello Sviluppo economico e Rai, contenute nel parere obbligatorio ma non vincolante approvato dalla Commissione di Vigilanza.
TRASPARENZA COMPENSI CONDUTTORI: L’emendamento all’articolo 25, a prima firma del capogruppo del Pdl, Alessio Butti, e passato all’unanimità, prevede “la pubblicazione nei titoli di coda dei compensi di conduttori, ospiti, opinionisti, nonché dei costi dei format dei programmi di servizio pubblico”. L’opposizione, prima di votare a favore, ha chiesto che l’interpretazione fosse che si pubblicassero i compensi dei conduttori di tutti i programmi, mentre i costi solo di quelli di servizio pubblico.
DIFFUSIONE DELL’OFFERTA: La Vigilanza ha anche dato il via libera all’articolo 20 sulla neutralità tecnologica, uno dei più contestati dall’opposizione. “La Rai – si prevede – assicura la diffusione attraverso almeno una piattaforma distributiva di ogni piattaforma tecnologica”. Udc, Pd e Idv, temendo che la tv pubblica resti relegata di fatto al digitale terrestre, hanno spiegato che viale Mazzini non sarà obbligato ad essere presente sulla piattaforma Sky e potrà rimanere solo su Tivusat, con un vantaggio per Mediaset. Tutti i principali emendamenti dell’opposizione sono stati bocciati. Bocciato anche l’emendamento all’articolo 5, che chiedeva di considerare come piattaforma universale per la Rai il digitale nel suo complesso e non solo quello terrestre, come previsto dal contratto di servizio.
BOLLINO SERVIZIO PUBBLICO: L’emendamento, approvato all’unanimità, prevede che “la Rai può rendere riconoscibili agli utenti nel corso della programmazione, mediante l’apposizione di adeguati segnali visivi, i programmi riconducibili” al servizio pubblico. La maggioranza ha chiesto e ottenuto che si parlasse di possibilità per la Rai e non di obbligo.
OSSERVATORIO PARITA’: L’emendamento, a prima firma del radicale Marco Beltrandi, prevede l’istituzione entro un anno dall’entrata in vigore del contratto di “un Osservatorio la cui missione è di monitorare la corretta rappresentazione della dignità della persona, con particolare riferimento alla distorta rappresentazione della figura femminile”. L’Osservatorio “sarà affidato a una o più società di provata esperienza e capacità scientifica selezionate attraverso procedura di evidenza pubblica”. La mediazione tra i vari gruppi ha portato alla modifica delle competenze dell’Osservatorio, in un primo momento limitate solo al controllo sulla parità di genere e poi estese anche a quello su minori e disabili.
NORME SUI MINORI: Nell’ambito della discussione dell’articolo 12, relativo alle norme sui minori, non è passato un emendamento che chiedeva di inserire nel contratto la previsione di un secondo tg dei ragazzi, oltre a quello già trasmesso da Raitre, eventualmente la domenica. Via libera invece all’emendamento secondo cui “il Centro di Produzione di Torino diventa il distretto produttivo specializzato nell’offerta dedicata al pubblico dei minori”. Si prevede inoltre, che, entro tre mesi dall’entrata in vigore del contratto la Rai indichi, non solo i programmi visibili da adulti e da minori accompagnati come previsto dallo schema del contratto di servizio, ma anche dai più piccoli da soli. Via libera anche all’emendamento sulla promozione di modelli femminili e maschili egualitari e non stereotipati.
