Roberto Benigni a ‘Via con me’ scherza sul caso Ruby e lancia un appello: “Silvio resta”

Le irresistibili gag di Roberto Benigni sul caso Ruby e sul futuro del governo, con l’appello al premier ”Silvio, non ti dimettere: ci rovini!”, movimentano l’esordio di Vieni via con me, il nuovo programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano al debutto ieri serasu Raitre. Un viaggio nell’Italia, una patria dalla quale andar via ”per non veder crollare altri pezzi di Pompei”, chiosa Fazio, oppure restare perche’ ”le mafie non continuino a comandare”, gli fa eco Saviano. Ma anche un Paese in cui ”la democrazia è a rischio per colpa della macchina del fango”, avverte l’autore di Gomorra.

”Volevo elencare le donne di Berlusconi, ma non sarebbero bastate due ore”, esordisce Benigni dopo il consueto ingresso in studio tra le piroette. ”Premetto che i gossip sessuali sono spazzatura. Sono qui per parlare di politica”, precisa. Poi non perde l’occasione per ironizzare su Ruby: ”Dice che c’è un premier che è stato con una minorenne marocchina, ma per ragioni d’età non è stata resa nota l’identità del premier”.

E ancora: ”Berlusconi ha detto che la vicenda è stata una vendetta dalla mafia. La mafia una volta ti ammazzava, ora invece ti manda due escort in bagno… Io ho il terrore di questo”. Poi mette il dito nella piaga della crisi e si rivolge a Berlusconi: ”Silvio, non ti dimettere, non dare retta a Fini, perché  altrimenti ci rovini, non si lavora più. Santoro, Fazio, l’Unità, Repubblica non lavorano più. E poi Ghedini che fa, il solito film horror? Silvio, tieni duro, dai retta a me”.

Salvo poi aggiungere, più avanti: ”Dimettiti… Non ne possiamo piu”’. Il problema, spiega il premio Oscar, è che ”Berlusconi bisogna batterlo politicamente: la prossima volta va beccato con una minorenne del Pd, oppure con la Bindi”. Di qui l’appello: ”Rosy, sacrificati per il partito! Ti ci vedo proprio, con la chiappa del Pd, vai lì, gli gli dici che sei maggiorenne, poi se ti arresta la polizia, gli dici che sei la suocera di Zapatero o la nonna di Fidel Castro!”.

Benigni chiude la sua performance con una canzone dedicata alle proprietà del premier, versione rap di un brano scritto con Nicola Piovani e Vincenzo Cerami per TuttoBenigni del ’95-’96 (”Io sono il boss, l’imprenditore, il proprietario del partito dell’amore, sono il Cesare, il leader mondiale, sono il papi, l’utilizzator finale. La Camera è mia, è mio il Senato, sono il padrone di Ibrahimovic e di Pato… C’ho banche, banchieri e case editrici, Confalonieri, Rai e Mediaset, attori e attrici.. E’ mio il Giornale, il Viminale e fra tre anni il Quirinale, finalmente saran mie magistratura e Corte Costituzionale”) e poi intona “Via con me” di Paolo Conte, colonna sonora del programma.

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Lorenzo Briotti