ROMA – ''Se la mia andata via serve ad evitare il bombardamento di ciò che rende grande il servizio pubblico, come Fazio, Gabanelli, Dandini, Iacona, preferisco andare via''. Lo ha detto Michele Santoro nel corso dell'anteprima dell'anteprima di Annozero, prima di lanciare la puntata con un ''ora al diavolo Annozero, comincia l'Annonuovo''.
''Caro Garimberti – ha esordito il conduttore – se io fossi in lei non mi preoccuperei di ciò che sto per dire ma di quello che lei sta per fare. Io sono artefice del mio destino, ma chi è artefice del destino in Rai? Io sono un giornalista Rai. Ho cominciato piu' di 30 anni fa in uno studio Rai''.
Il conduttore ha quindi citato l'esempio di ''un tecnico straordinario che veniva a lavorare in giacca e cravatta, non tollerava sbavature e imperfezioni'', di ''un autista Rai che possedeva un sacco di mucche ed era miliardario'', del tecnico delle luci che lavorava nel suo studio ed era lo stesso de La notte della Repubblica di Zavoli, di un operatore che ha ricevuto i complimenti di Celentano, tutti ''orgogliosi di essere della Rai''.
''Anche Celentano è della Rai – ha aggiunto -. Allora chi è l'artefice che impedisce a Celentano di lavorare in Rai da più di 14 anni?''. Santoro ha aggiunto che ''all'annuncio di un nostro passaggio a La7, il titolo ha guadagnato il 20% in un giorno. Per molto tempo dall'interno dell'azienda sono stati portati in piazza particolari del mio stipendio per alimentare la macchina del fango, ma io sono della Rai. Sono orgoglioso e sono figlio di un macchinista della Ferrovie che ha mandato 5 figli all'universita'. E se posso mandare i miei in scuole migliori, non mi vergogno''.
''Voi avete una visione della vita secondo cui esistono ricchi e poveri – ha detto inoltre Santoro -, mentre nella mia visione c'è la dignità del lavoro che e' condizione di libertà. Quando si attaccano quelli come me, si attacca la possibilità di avere un sogno anche per quelli come mio padre''.