Gli stereotipi più triti e beceri riguardo agli italoamericani tornano a popolare la televisione americana. Lui palestrato, petto abbronzato e depilato, capelli gommati, catena d’oro. Lei ha seni improbabili che traboccano da magliette troppo strette, capelli lunghi mesciati, abbronzatura integrale, tonnellate di mascara.
Parlano per frasi fatte, brevi, spesso scorrette. Bevono in quantità. Litigano rumorosamente. Amano il sesso e le automobili. Sono pronti all’ira e a scazzottarsi. Questi sarebbero i giovani italo-americani che popolano le spiagge del New Jersey. O almeno questa ne è la versione che l’ennesimo reality show diffonderà in tutta l’America. ”Jersey Shore” è l’ultima creazione di Mtv, e andrà in onda a cominciare dal 3 dicembre.
L’immagine che il programma propone è però talmente sopra le righe, talmente caricaturale, che le proteste sono arrivate prima ancora del suo debutto. L’associazione Unico (il nome ”Unico” deriva dalle iniziali delle parole inglesi unità, buon vicinato, integrità, carità e opportunità) ha chiesto alla Mtv di ritirare il programma, definendolo un esempio di «tv spazzatura». Per il presidente di Unico, André DiMino, Jersey Shore non fa che diffondere «stereotipi volgari».
Si ripete dunque quello che avvenne nel Duemila, quando il canale Hbo cominciò a trasmettere la serie ”I Soprano”, l’originale televisivo che narrava le avventure di una famiglia mafiosa anch’essa residente nel New Jersey. Anche allora ci furono proteste vivaci degli italo americani che vedevano nello show la ripetizione di accuse e pregiudizi di cui speravano di essersi liberati.
Le proteste però servirono semmai a fare pubblicità al programma, che forse non è stato molto popolare in Italia, ma qui negli Usa è stato un successo strepitoso. Appare in realtà inverosimile che ”Jersey Shore” possa godere del successo fenomenale che arrise all’originale televisivo della Hbo.
E tuttavia i reality show hanno attirato in questi anni un pubblico sostanzioso, nonostante la qualità del prodotto tenda a scendere costantemente verso il basso. E’ quindi possibile che il programma si guadagni – con la forza del grottesco – un suo share di pubblico.
Per i poveri italoamericani del New Jersey ci sarà adesso da tollerare il rilancio degli stereotipi più irritanti: perfino nello spot pubblicitario la Mtv li chiama ”Guido”, il nome gravemente offensivo con cui negli Usa si marchiano i ragazzi italo-americani di estrazione popolare e di cultura non elevatissima. Le loro ”compagne” sono le ”Guidettes”, versione al femminile degli stessi caratteri.
Per il milione e mezzo di italo-americani che vivono nello Stato che giace dirimpetto a New York, oltre il fiume Hudson, sarà un brutto rospo da ingoiare. Perché se è vero che in alcune sacche dello Stato questi personaggi ancora sopravvivono, è anche vero che la cultura italo-americana è oramai una delle più assimilate e solide del grande calderone che sono gli Stati Uniti. E i “guido” e le “guidettes” non ne sono certo l’emblema più rappresentativo.
Ma, evidentemente, non per MTV. Guardare per credere il video promozionale di ”Jersey Shore” sul sito zap2it.com