ROMA – Talk show: erano le urla a fare audience. Requiem per il giornalismo “serio”. Un po’ come con l’eterna crisi del romanzo (da un secolo) o del cinema, intonare il de profundis per un modello informativo come il talk show sembra funzionare come un mantra esorcizzante la penuria di talenti e la disaffezione popolare. Il caso italiano, il crollo degli ascolti dei vari Ballarò prima e dopo Massimo Giannini, Servizio Pubblico, il Floris emigrato a La7, sconta un vizio attuale che si somma all’inesorabile perdita di interesse cumulata negli anni: il format è stanco, più che rivedibile, eppure è stata raddoppiata l’offerta.
C’è un dato apparentemente contraddittorio che va aggiunto: con la nuova gestione Rai Tarantola-Gubitosi, si è dichiarato guerra alle esagerazioni del nazional-popolare (versione Baudo, non Gramsci) a partire dalla soppressione di Miss Italia, troppo poco educata e spia dell’eterno machismo italiano. E’ stata regalata alla concorrenza. Lo stesso principio guida la scelta di talk show meno urlati, meno divisivi, per poi scoprire che proprio gli insulti, i duelli personali, i corpo a corpo, le sceneggiate a puntate piacevano alla “gente”. E, in effetti, l’elemento più stuzzicante nella stagione della crisi del talk show non era forse la competizione Giannini-Floris?
In realtà, più del talk show (se muore ce ne faremo una ragione purché altri canali di informazione non restano intasati) che ormai fa scappare gli inserzionisti, il funerale andrebbe celebrato per il giornalismo accurato, per la notizia obiettiva scritta con rigore e professionalità. In America (in Italia siamo sempre un po’ in differita di qualche anno) nel 2010 ci si chiedeva chi avesse “ucciso” la Cnn e il suo fare informazione di alto profilo.
Alla gloriosa testata non restava che far conto sui grandi eventi, perché l’amministrazione ordinaria aveva ceduto il passo alla tv gridata (e remunerativa) della Fox (da destra) e della MSNBC (da sinistra). Il fortino nazional popolare va presidiato, altrimenti lo occupa qualcun altro. E presidio significa anche riserva di ascolti.
Alcuni anni fa la CNN ha scelto di chiudere una trasmissione televisiva politica, “Crossfire”, nella quale commentatori di destra e di sinistra si sfidavano all’arma bianca, senza preoccuparsi di alzare la voce. CNN ha fatto all’epoca la scelta di diventare una rete seria e imparziale, senza spazi dedicati all’insulto politico. E, come racconta bene Ross Douthat sul New York Times, ha lasciato libertà di manovra alla faziosità di destra di FoxNews e a quella di sinistra di MSNBC, che fanno spesso una televisione “gridata” e vengono premiati dall’audience. (La Stampa)
Per dire, ha fatto scalpore il duello televisivo su Hbo nel quale il famoso attore Ben Affleck ha controbattuto con vigore alle tesi del conduttore Bill Maher e di uno dei suoi ospiti secondo cui l’Islam è violento. La presenza della star di Hollywood, la virulenza delle opinioni sono diventati essi stessi la notizia, ovviamente virale sul web. Non il ragionamento che 1 miliardo e 600 milioni di musulmani non possono essere tutti terroristi, o che le prime vittime e i primi resistenti della violenza settaria dell’Isis, siano proprio musulmani.