Ore 19, inizia il Tg4: in studio, come ogni sera, il direttore Emilio Fede. Il giornalista questa volta però esibisce un faldone: sono i documenti dell’inchiesta sul caso Ruby nella quale lui risulta indagato con Lele Mora e Nicole Minetti per induzione alla prostituazione.”Non è possibile che non si persegua anche chi commette una gravissima violazione e rende pubblici i numeri di telefoni privati delle persone esponendole a gravi rischi”, attacca Fede.
“Guardatelo, eccolo qua. Sono 389 pagine. Il presidente della commissione ha detto che è secretata. Lontano da occhi indiscreti, poche ore dopo le 389 pagine sono finite nelle redazioni. Per cui cosa è accaduto? Telefonate con minacce, e magari anche di solidarietà ma minacce soprattutto. Violazione della privacy, certamente, ma un atto delinquenziale, va bene, del quale io mi auguro dovrà occuparsi, a parte certamente l’impegno dell’inchiesta, la magistratura. Un atto delinquenziale”.
Il suo numero privati diffuso su internet: ora Fede è furioso. In un comunicato diffuso proco prima delle 19 anuncia la querela “per incitamento alla violenza nei confronti di chi – giornali e sito internet – hanno diffuso l’intero fascicolo dell’inchiesta con il numero – tra gli altri – del suo telefono privato”.
