L’Agcom: radio e tv non sono una cassetta delle lettere per i videomessaggi dei politici

Silvio Berlusconi in un videomessaggio

ROMA – Radio e tv devono smettere di essere una cassetta delle lettere in cui si imbucano i videomessaggi: Berlusconi, Fini, Vendola e perché no anche Montezemolo devono essere intervistati o di loro si deve riferire e non si può fare di un tg o di una trasmissione di informazione la fotocopia integrale del videomessaggio del politico di governo o di opposizione.

Per l’Agcom gli operatori dell’informazione radio-tv possono diffondere nei tg e nei programmi di approfondimento videomessaggi di soggetti politici e istituzionali ”solo in casi eccezionali di rilevante interesse pubblico e nel rispetto di modalita’ tali da non incidere sul pluralismo dell’informazione”.

L’uso dei videomessaggi come ”forma abituale di comunicazione”, infatti, secondo l’Agcom, comporterebbe il ”rischio di incidere sui canoni di parita’ di trattamento tra tutti i soggetti politici ed istituzionali su cui si fonda il principio del pluralismo politico in televisione”.

Dopo aver elencato i ‘requisiti minimi’ per la diffusione dei videomessaggi, l’Agcom annuncia che ”vigilerà” affinché vengano ”rigorosamente rispettate”. Altrimenti, ”in caso di accertate violazioni, saranno assunti i conseguenti provvedimenti previsti dalla legge”.

Nella sua nota interpretativa, l’Autorità elenca ”le condizioni e modalità minime che devono essere osservate nella diffusione di videomessaggi di soggetti politici e istituzionali nei programmi di informazione, al fine del rispetto dei principi vigenti in materia di informazione radiotelevisiva”.

Questi i ‘paletti’: ”a) I videomessaggi possono essere trasmessi nel corso dei telegiornali solo in via eccezionale e laddove strettamente connessi con l’attualità della cronaca, rispondendo a primarie esigenze informative di rilevante interesse pubblico.

b) I videomessaggi – qualora rivestano una durata particolarmente lunga, comunque superiore a tre minuti – non possono essere trasmessi nella loro integralità nel corso del telegiornale e non possono essere trasmessi in tutte le edizioni giornaliere del medesimo telegiornale.

c) I videomessaggi non possono essere riproposti nei telegiornali dopo 48 ore dal verificarsi dell’evento.

d) Di norma, la diffusione del videomessaggio nel telegiornale deve essere accompagnata da commenti di altri soggetti onde assicurare un confronto dialettico al fine della libera e consapevole formazione delle opinioni degli ascoltatori.

e) Allo stesso fine di cui alla lettera

d), la diffusione di videomessaggi nei programmi di approfondimento informativo deve sempre avvenire nell’ambito di un confronto dialettico.

f) Nel corso della campagne elettorali non possono essere trasmessi videomessaggi al’interno dei telegiornali e dei programmi di informazione , al fine di evitare confusione ontologica con i messaggi politici autogestiti cosi’ come disciplinati dalla legge n. 28 del 2000 (la par condicio, ndr) e dai relativi regolamenti attuativi”.

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