Registriamo la polemica tra Bruno Vespa, che potete anche odiarlo, detestarlo, disprezzarlo, ma dovete anche invidiarlo perché è uno dei più capaci giornalisti e talkshowisti di tv in Italia, e Antonio Marziale, che non è quello degli epigrammi ma che ha fatto della tutela dei minori una scelta di vita e una importante attività di comunicazione.
Il ping pong della polemica è stato abbastanza compiutamente riportata da Blitzquotidiano.it e non ha bisogno di molti commenti se non due piccole osservazioni.
La prima osservazione riguarda l’avversario di Vespa e il curriculum di tutto rispetto di Marziale, che è nato a Taurianova, in provincia di Reggio Calabria e in soli 44 anni ha messo assieme un curriculum di tutto rispetto,come si legge sul sito dell’Osservatorio minori che lui stesso ha fondato e naturalmente presiede. Non solo è dirigente dell’Associazione Nazionale Sociologi e, ça va sans dire, è iscritto all’Ordine dei Giornalisti, ma “ha conseguito “cum laude” la Laurea in Scienze della Comunicazione” (tesi sul ruolo socializzante dei mass media e gli effetti della tv sui soggetti in età evolutiva), ma è già “stato insignito della Laurea “Honoris Causa” in Psicologia Sociale”, è stato educatore di gruppi infantili e adolescenziali in ambito Azione Cattolica e Gioventù Francescana nonché assistente in Orfanotrofio. Poi è stato anche consigliere comunale di Taurianova, presidente della Commissione Affari Sociali e consigliere dell’assemblea intercomunale dell’USSL 27 Regione Calabria.
Poi si è trasferito a Milano e il resto è cronaca. Già una volta Blitzquotidiano.it ha scritto di lui, quando, venendo un po’ meno ai principi di buon cristiano dei suoi esordi disse: ““Chiedo all’Ordine degli avvocati di sensibilizzare i propri iscritti affinche’ nessuno tra loro accetti la difesa del criminale Oleg Fedchenko, che ieri a Milano ha ucciso una giovane madre filippina per vendicarsi della fidanzata che lo aveva lasciato”.
Sono arrivati quattro commenti tutti non a suo favore, ma di insulti per noi, da gente che in parte non aveva letto o capito l’articoletto, che riportiamo:
1. Paolo: “Ecco l’esempio del perbenismo a cui fa cenno Marziale! L’estensore di questo articolo ne costituisce la riprova! Bravi! Giacché ci siete garantite la difesa anche Totò Riina e Bernardo Provenzano!
2. Dino: “Ha ragione Marziale.Mi dite cosa c’è da difendere ? E’ stato un’ omicidio tanto brutale quanto assolutamente gratuito. La prima donna che incontro.Penso con terrore infinito che quella donna poteva essere mia madre, mia moglie, mia sorella o addirittura mia figlia .In quel caso mi sarebbe piaciuto essere il primo uomo a passare da quelle parti. Non sarebbe servito nessun avvocato ma un becchino alla Tex Willer. Appunto”.
Paolo ancora: “Dimenticavo, chi è il blogger che ha scritto l’articolo? Si cela dietro l’anonimato. Ah! Che dignità e che coraggio! Che coraggio!”
Paolo e Rosella: “Da tremare c’è per ciò che avete scritto. Per la facilità con la quale viene accostato Marziale (persona degnissima) a figure come i naziskin, i razzisti. E poi che c’entra Prosperini col traffico d’armi? Fossi in lui mi tutelerei nelle sedi appropriate. VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!”.
Particolare non trascurabile: Marziale nel frattempo è anche diventato coordinatore delle Politiche Giovanili presso l’Assessorato allo Sport e ai Giovani della Regione Lombardia”, quello stesso assessorato retto, fino al 19 dicembre 2009, giorno dell’arresto per tangenti e strani traffici con i neri dell’Eritrea, dal super razzista Gianni Prosperini, quello che ai neri voleva fare “ciapar ‘l camel” e rispedirli ai loro villaggi.
L’altra considerazione riguarda Vespa, che certo non ha bisogno di difensori, per tante cose può essere criticato e anche attaccato, dalla faziosità che talvolta ci mette (ma chi è senza peccato…) a come si sfrega le mani in quel modo così irritante. Ma attaccarlo su una piccola promozione del suo programma come se avesse proiettato in mezzo ai un programma per bambini una scena di stupro, francamente appare un po’ pretestuoso.
Quei poveri bambini peraltro si bevono ogni giorno ore di programmi dove la violenza, non solo carnale ma criminale in genere, è parte preponderante.E si noti bene, la stessa “buona” violenza di programmi “buoni” come il mitizzato Rin Tin Tin, può essere giudicata, con ragione, diseducativa. Ma lo spot di Vespa no.
Però, diciamocelo, visto il personaggio di cui sopra, cui Vespa, sempre così devoto, sempre così perbenista, sembra attribuire grande stima e ammirazione, al punto di dire “Siamo stati sempre molto vicini alle posizioni dell’ Osservatorio sui diritti dei minori”, c’è solo da concludere: ben gli sta.
Per un quadro completo della francamente inutile polemica, ecco i titoli:
