ROMA – ”Ne ho le tasche piene, mia moglie e’ in magistratura dal 1977, ha un curriculum di 10 pagine che e’ giuridico e anche informatico, come lei ce l’hanno in pochi. Ha tutti i requisiti in regola. Paga, mediaticamente, il fatto di essere la moglie di Vespa. E non e’ una novita’ ”. Al microfono di Radio Rtl, ospite della trasmissione condotta dal figlio Federico, Bruno Vespa torna sulle polemiche per la nomina all’Autorita’ per la Privacy della moglie Augusta Iannini. E si sfoga: ”agli ascoltatori posso mandare il suo curriculum, e perche’ no anche i curricola di tutti i membri delle authority, cosi’ facciamo un confronto”.
Ai microfoni della radio, Vespa sottolinea la passione della moglie per la magistratura e i vari incarichi ricoperti in oltre trent’anni di carriera, dal lungo periodo come giudice istruttore al tribunale di Roma agli anni dal 2001 trascorsi, fuori ruolo, al ministero di giustizia, dove, quando ha lasciato, era capo dell’ufficio legislativo.
”Tua madre ha sempre adorato la magistratura e sarebbe voluta tornare subito alla magistratura, ma probabilmente non l’avrebbero mandata a dirigere nemmeno il tribunale di Tivoli – ha detto – per questo ha scelto di cogliere l’opportunita’ e proporsi come membro dell’autorita’ di garanzia sulla privacy”.
Poi torna sul ‘peso’ del matrimonio: ”Anche nel 1979, quand’era pretore a Spilinbergo, in Friuli, le negarono il prolungamento del permesso di maternita’. E un membro del consiglio superiore della magistratura disse: ‘mandiamole a lavorare queste mogli di giornalisti democristiani’. Beh, io non sono mai stato iscritto alla Dc e non sono mai stato membro di un partito, ma questa e’ una storia che con i vantaggi e gli svantaggi ci portiamo addosso da quando ci siamo sposati”.