Sicilia, l’assessore Strano lancia la sfida:”Apriamo al turismo gay”

Finora la disputa, tutta letteraria, ha tentato di stabilire se il machismo siciliano sia un atteggiamento o piuttosto produca effetti reali. Gli isolani sono tombeur de femmes o più prosaicamente “ingravida balconi”, come Verga definiva i giovanotti che gonfiavano il petto soltanto se tra loro e la signora di turno c’era una rassicurante distanza?

Oggi l’argomento assume altre prospettive, dopo che l’assessore regionale Nino Strano (Fli) ha proposto di incentivare in Sicilia il turismo gay, definendo la Trinacria ”una terra intelligente e molto accogliente” e ricordando che nel 1993, a Catania, si batté con successo per far aprire un locale gay, il ”Pegaso”, finanziando con soldi pubblici alcune sue iniziative.

Strano rivela la sua idea in un’intervista a KlausCondicio, su Youtube, sottolineando che ”non vi vedo nulla di offensivo e mi guarderò bene dallo strumentalizzare questo genere di turismo solo perché ricco”.

L’assessore, che non è nuovo a sortite a effetto (fu lui a esporre in aula una fetta di mortadella durante l’insediamento dell’ultimo governo Prodi e fu sempre lui a dare pubblicamente della ‘checca’ a un collega a palazzo Madama, procurandogli uno svenimento) ha anche risposto al suo ex compagno di partito, Maurizio Gasparri, che aveva parlato della vicinanza tra associazioni gay e Fli, rinfocolando le polemiche che in questi giorni agitano gli ex di An.

”Gasparri? – ha detto Strano – Leggo poco questo scrittore, è dell”800?”. E ancora: ”Il suo è un atteggiamento da puro e duro, ma puro e duro non so fino a quanto. Io la penso come Luca Barbareschi e come tanti altri nel mondo della cosiddetta destra: il gay ha tutto il diritto a fare una propria vita, purché non disarticoli la società. Credo nella famiglia e attualmente sono contrario al matrimonio tra omosessuali, ma non a veder persone dello stesso sesso felici”.

Quando sembrava che le parole di Strano fossero passate senza suscitare troppo clamore, ecco giungere la reazione infuriata del parlamentare regionale del Pdl, Marco Falcone, il quale annuncia un’interrogazione al presidente della Regione Raffaele Lombardo, nella quale chiederà al capo dell’esecutivo – che in questo momento è impegnato a cercare alleati per formare un nuovo governo – se la pensa come il suo assessore.

Ma non finisce qui: Falcone giudica ”riprovevoli” le affermazioni di Strano: ”Ha toccato il fondo – dice – il modello gay non appartiene alla Sicilia,è’ estraneo alla sua cultura, tradizione, religione e, inoltre, l’isola non può diventare meta del vergognoso turismo sessuale”.

Ma un politico che della sua omosessualità non ha mai fatto mistero, l’ex sindaco di Gela Rosario Crocetta, oggi europarlamentare del Pd, sembra divertito dall’iniziativa di Strano: ”La sua – dice da Bruxelles – è una battuta simpatica, ma non credo ci sia bisogno di incentivare il turismo gay. Gli omosessuali amano la bellezza e dunque vengono in Sicilia a prescindere dagli incentivi, che dovrebbero essere rivolti agli eterosessuali”. Poi, con meno leggerezza, spiega che ”è allucinante che nel Pdl c’è chi cerchi di strumentalizzare politicamente questa vicenda”.

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Maria Elena Perrero