Turismo: italiani non prenotano, pesano crisi ed elezioni

CHIA (CAGLIARI) 29 MAG La crisi econom – CHIA (CAGLIARI), 29 MAG – La crisi economica
continua a frenare gli italiani le cui prenotazioni per le
vacanze estive sono ancora incerte. Ad influire sulla decisione
di fare un viaggio sono poi gli effetti degli scontri nel Nord
Africa ma anche le elezioni amministrative in corso, che
costituiscono una 'distrazione emotiva' per i vacanzieri.
''Per individuare l'andamento di outgoing degli italiani – ha
detto Alberto Corti, direttore di Federviaggio-Confturismo,
durante i lavori per la 49/a assemblea congressuale della Fiavet
in Sardegna – dobbiamo aspettare la chiusura dei seggi
elettorali''.
''Solo nel Lazio – ha aggiunto Andrea Costanzo, presidente
regionale della Fiavet – le prenotazioni sono diminuite del
25-30% rispetto all'anno scorso e anche il turismo scolastico e'
naufragato''.
Grecia e Spagna, in particolare le Canarie e le Baleari, sono
le mete piu' gettonate da chi invece ha gia' prenotato un
viaggio. Sta tornando di moda anche la vacanza in Italia, scelta
dal segmento 'medio' dei turisti. Tra le tendenze, spicca poi il
turismo ''motivazionale'', vale a dire la scelta di destinazioni
per coltivare o apprendere una disciplina come le tecniche di
rilassamento, la fotografia, le arti manuali.
La rinuncia della meta egiziana a causa degli scontri degli
ultimi mesi ha pesato sul turismo degli italiani: ''Il mercato
si sta lentamente riprendendo – ha assicurato Corti – da un
attuale decremento del 60% ci auguriamo di riavere gli stessi
flussi dello scorso anno entro la meta' dell'estate''. Per
quanto riguarda l'incoming, che pesa per il 40% sul Pil
nazionale, il direttore di Federviaggio parla di ''un anno molto
buono come non lo vedevamo dal Giubileo''. Cio' e' dovuto da un
lato dal naturale ciclo storico (''l'Italia doveva tornare in
cima ai desideri mondiali''), dall'altro del fatto che i
principali clienti dell'Italia sono usciti per primi dalla crisi
economica.
La Germania, in primis, conta il 25% delle presenze ed e'
fonte di poco piu' del 25% dei ricavi. Seguono la Svizzera,
l'Austria, la Polonia, e l'Est Europa. Abbastanza bene la
Francia, in ribasso l'Inghilterra. Gli Stati Uniti sono in una
fase di stallo che volge al regresso a causa dei costi del
trasporto per l'aumento del prezzo del petrolio e
dell'indebolimento del rapporto dollaro-euro ed e' in crescita
il versante sud americano con in testa il Brasile. Nonostante
l'Italia non sia al centro delle preferenze, sta crescendo il
mercato indiano che ha registrato 50-60 mila presenze in un anno
con un aumento del 10-15%.
Due fenomeni hanno infine influito sul turismo in Italia: da
un lato la perdita di 50 milioni di euro del turismo giapponese,
dall'altro la crescita dell'incoming dalla fascia d'elite russa
che lo scorso anno ha registrato 300 mila presenze (+35%).
Tuttavia la ripresa e' ancora un miraggio: a partire
dall'inizio dell'anno il turismo organizzato, che conta un giro
d'affari complessivo di 6 miliardi di euro l'anno, ha perso 250
milioni di euro per vendite non effettuate.

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