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Afghanistan, conclusa ufficialmente la missione italiana: rientra anche l’ultimo militare VIDEO

E’ ufficialmente conclusa la missione italiana in Afghanistan, con il rientro in patria anche dell’ultimo militare del contingente. “Nella serata di ieri si è conclusa ufficialmente la missione italiana in Afghanistan. Con il rientro dell’ultimo uomo del contingente italiano, è terminato in totale sicurezza un imponente sforzo logistico e operativo condotto con puntualità e sicurezza dalle nostre Forze Armate“, ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

Finita la missione italiana in Afghanistan, ma l’impegno continua

Guerini quindi ci ha tenuto a precisare: “Non termina però l’impegno della comunità internazionale, Italia in primis, per l’Afghanistan che continuerà in altre forme. A partire dal rafforzamento della cooperazione allo sviluppo e al sostegno alle istituzioni repubblicane afghane” . 

Lo scorso 8 giugno il ministro della Difesa Lorenzo Guerini era volato ad Herat per assistere all’ammaina-bandiera nella base. Cioè al simbolico passaggio di consegne con le forze di sicurezza afgane che gestiranno ora la struttura. Ma, ha sottolineato Guerini, “non vogliamo che l’Afghanistan torni ad essere un luogo sicuro per i terroristi. Vogliamo continuare a rafforzare questo Paese dando continuità all’addestramento delle forze di sicurezza locali per non disperdere i risultati ottenuti in questi 20 anni”.

Le missioni degli italiani in Afghanistan

Gli italiani in Afghanistan hanno partecipato a tre missioni (Enduring Freedom, Isaf e Resolute Support) e hanno contato purtroppo 54 morti. “Questione di settimane”, spiega il comandante del contingente nazionale, generale Beniamino Vergori, e l’ultimo soldato tricolore avrà lasciato Camp Arena, la sede del contingente nazionale.

Tra coloro che hanno bisogno di esser difesi da un eventuale ribaltone talebano, ci sono gli afghani che hanno lavorato in questi anni con gli italiani: interpreti, baristi, autisti. Tutti possibili obiettivi di vendetta in quanto considerati “collaborazionisti dell’invasore straniero”. E’ un tema, ha assicurato il ministro, “che ci sta molto a cuore, Noi daremo protezione a queste persone ed alle loro famiglie e le trasferiremo in Italia. Si comincerà da metà mese. Per ora ne sono stati identificati 270 e su altri 400 si sta valutando la posizione. Non li abbandoneremo”. Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev.

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Alessandro Avico