Tiberio Timperi attacca Barbara D’Urso: “Provo simpatia per la mamma di Fiorito”

ROMA – Tiberio Timperi intervistato da Selvaggia Lucarelli su M2O, attacca Barbara D’Urso a proposito della telefonata tra la conduttrice e la mamma di Franco Fiorito, andata in onda durante la trasmissione Mediaset “Pomeriggio Cinque”.

Il conduttore di “Unomattina in famiglia” dichiara di non seguire la conduttrice napoletana: “Preferisco fare cose più sane. Dopo la telefonata alla D’Urso, provo simpatia per la mamma di Fiorito”.

Al telefono, Timperi aggiunge di dubitare del fatto che la D’Urso sia stata colta di sorpresa dalla telefonata: “In tv niente succede per caso, poi se vogliamo credere che gli asini volino. E comunque io il pomeriggio non la seguo, vado in bicicletta, faccio cose sane”. Non soddisfatto, aggiunge: “La D’Urso è la regina delle faccette, nelle facce di circostanza lei è bravissima. Io ho lavorato con lei, facevo ‘Mezzogiorno in famiglia’ e per farvi capire meglio vi racconto un aneddoto. La trasmissione cominciava con due ascensori finti da cui io e lei dovevamo uscire. In una puntata accadde che si aprirono gli ascensori e lei era nel corridoio a chiacchierare..capita! Poi arrivò e ovviamente fece la faccia di circostanza”.

Infine, Timperi conclude: “La telefonata della madre del Batman dimostra che siamo un paese di mammoni, ma ad ogni modo, dopo la chiamata alla D’Urso, provo simpatia per la mamma di Fiorito”.

La telefonata di cui parla Timperi è andata in onda proprio il giorno in cui Fiorito veniva arrestato nell’ambito dell’inchiesta sull’uso dei fondi nei gruppi consiliari del Lazio.

Anna Tintori, la mamma dell’ex capogruppo PdL ha telefonato in trasmissione per rispondere alle dichiarazioni della D’Urso ed ha accusato la conduttrice di ridere delle disgrazie del figlio: “Non è bello ridere delle disgrazie altrui. Lei è una conduttrice, che è diventata adesso conduttrice perché è stata un’attrice, io non la voglio offendere come sta offendendo mio figlio. Perché lei, indirettamente, sta offendendo in una maniera indelicata, insensibile un ragazzo che ancora deve essere giustiziato”. 

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Lorenzo Briotti