Benigni da Santoro: “I lavoratori l’Italia migliore”

BOLOGNA – ”Cari lavoratori, siete voi l’Italia migliore”. Roberto Benigni prende in giro il ministro Brunetta nel suo mini-show sul palco di villa Angeletti, a Bologna, per la festa ‘Tutti in piedi’ organizzata da Michele Santoro nell’ambito delle celebrazioni dei 110 anni della Fiom.

”E l’Italia migliore – ha aggiunto – a quest’ora lavora, vestita da poliziotto o da infermiera”. E il premio Oscar ha voluto dedicare proprio ai lavoratori, più che ai temi della libertà d’espressione, il suo breve intervento, una decina di minuti, introdotto da Michele Santoro: ”Stavolta non sono qui, come si dice quando si invia un messaggio, con voi con il cuore, ma ci sono con tutto il corpo”. Ed ha poi lanciato un messaggio alle migliaia di persone intervenute per la serata: ”Amate il vostro lavoro, è la più bella forma di felicità”. Santoro aveva annunciato una grande sorpresa, e mentre tutti attendevano Celentano, il colpo di teatro, poco prima delle undici, è stato l’arrivo del Piccolo diavolo.

Citando Rimbaud e Primo Levi, Benigni ha invitato a togliersi il cappello di fronte al lavoro: ”Quando lavoriamo modifichiamo noi stessi – ha detto – non c’è solo la ricompensa della paga, lavorando conosciamo noi stessi, diventiamo indipendenti, è un diritto che nessuno ci può togliere, è un servizio divino,è  una cosa sacra. Amare il proprio lavoro è la sola grande e concreta felicità, dovrebbe essere la base su cui fondare la nostra società, amare il nostro lavoro con la coscienza orgogliosa di essere utili, io mi inchino a tutti i lavoratori, ègrazie a voi che il mondo va avanti”.

Ma accanto all’appello civico, Benigni, entrando in scena a Villa Angeletti al grido di ‘L’Italia s’è desta’, non si è fatto mancare alcune battute che hanno fatto scoppiare il pubblico in un’unica grande risata: ”La Fiom – ha detto – è il più grande sindacato degli ultimi 110 anni: strano, comunque, che abbia organizzato la festa a casa del segretario della Uil, che ora sta dormendo: ma è come se la Uil facesse il proprio raduno a palazzo Landini o a piazza Camusso”.

Poi ha anche sfidato il venerdì 17, ”anche se i metalmeccanici a toccare ferro sono abituati. E tu, Michele, stai facendo un uso criminoso della Fiom”. Infine un accenno al calcioscommesse, buttato in satira, ma espresso come una testimonianza di solidarietà proprio a Santoro: ”C’erano dei giocatori che danneggiavano la propria squadra per farla perdere: un po’, insomma, come fa il direttore generale della Rai”. E dal pubblico di Bologna, per Benigni, si è  levata una vera ovazione.

Le immagini di Benigni e della festa di Bologna (foto LaPresse)

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Lorenzo Briotti