ROMA – Settecento dollari per ogni minuto da incubo passato in un prigione . Una mini cella in cui Daniel Chong doveva “resistere qualche minuto” e dove invece è stato dimenticato dagli agenti che lo avevano arrestato, insieme ad altri, durante un blitz antidroga. Ora per Chong è il momento di passare alla cassa: 4 milioni di dollari di risarcimento, un milione al giorno, dollaro più dollaro meno.
Chong ha passato quattro lunghi, lunghissimi, giorni chiuso dentro una piccola cella, senza finestra, senza cibo né acqua e senza che nessuno si accorgesse di lui. ”Pensavo di morire”, ha raccontato Daniel Chong, giovane studente universitario protagonista della vicenda accaduta l’anno scorso, in un carcere di San Diego, negli Usa. Vicenda che – riporta Bbc News – si è’ conclusa ora con un maxirisarcimento, pari a 4 milioni di dollari, a favore del ragazzo, all’epoca 23enne, che era stato fermato in un raid antidroga e poi giudicato estraneo alla vicenda.
‘‘Sono stato costretto a bere la mia urina. Urlavo, prendevo a pugni la porta. Ho anche provato a infilare dei lacci sotto la porta per far notare ‘visivamente’ la mia presenza. Ma nessuno si e’ accorto di me. Sono stato colto anche da allucinazioni”, ha spiegato secondo quanto riportato dal suo legale. Il giovane ha anche tentato di incidersi su un braccio un messaggio per la mamma. Dopo il suo ”ritrovamento” il ragazzo ha dovuto trascorrere cinque giorni in ospedale per le conseguenze dell’isolamento: era disidratato, con problemi di insufficienza renale.
”Ha perso 7 chili di peso”, riferisce ancora il suo avvocato. Fermato nell’ambito di una retata antidroga era stato condotto nel carcere di San Diego – è la ricostruzione del legale riportata dalla Bbc – e gli era stato detto che sarebbero venuti a prenderlo ”in un minuto”. Ma poi sono passati quattro giorni senza che nessuno si facesse vivo. Dimenticato, racconta il ragazzo che ha pensato ”di morire”. In seguito alla vicenda – per il quale nei mesi scorsi il responsabile della Dea (l’antidroga di San Diego) è stato costretto a pubbliche scuse, il governo americano ora ha deciso a favore del ragazzo un maxirisarcimento di 4 milioni di dollari.