ROMA – Idv e Lega all’attacco: “Fornero bugiarda sugli esodati“, ma il ministro incassa la fiducia della Camera. La maggior parte dei deputati ha dunque confermato la fiducia al ministro del Welfare, bocciando le mozioni presentate da dipietristi e leghisti. I voti a favore sono stati 88, 435 i contrari, 18 gli astenuti.
In mattinata Di Pietro aveva attaccato in aula il ministro, per la vicenda esodati: ”Sarò sobrio nella mia dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Fornero, e lo faro’ mordendomi la lingua perché ho rispetto sia del suo ruolo sia del fatto che sia una donna”.
Di Pietro ha aggiunto che la sua sfiducia era dovuta ”a ragioni di merito e di metodo”. ”Il ministro ha commesso un imbroglio gravissimo affermando il falso mentendo sapendo di mentire”.
”Il ministro – spiega – ha mentito sul numero degli esodati: sapeva che il dato da lei riferito era falso e lo ha fornito comunque”. Di Pietro ha poi contestato ”l’arroganza del ministro nel violare l’articolo 1 della Costituzione: e’ gravemente offensivo per gli italiani”.
”Con arroganza e supponenza ha violato la Costituzione. Chiediamo la sfiducia per i suoi atti e comportamenti individuali che non meritano di essere rappresentati in questa Aula. Come fa un ministro in carica a dire che il sommerso, ovvero una illegalita’, e’ un rischio che la sua riforma puo’ determinare ricorda quel ministro della prima repubblica che diceva che la mafia era un rischio con cui bisognava convivere”, prosegue Di Pietro, sostenendo che ”il fatto che Monti dica di condividerne le scelte e’ un’aggravante e non un’attenuante”.
Dure anche le parole del capogruppo della Lega a Montecitorio Gianpaolo Dozzo che in Aula ha esordito dicendo che Fornero “non gode di fiducia e di stima né dentro il Parlamento, né nel Paese; forse non può fare a meno della sua sedia, ma il Paese può benissimo fare a meno di lei”. “Da una parte ci sono i lavoratori, dall’altra i ‘tecnici’; da una parte gli esodati, dall’altra Fornero. Noi sappiamo con chi stare, non so voi”, ha aggiunto Dozzo, rivolgendosi ai gruppi parlamentari che sostengono il governo.