CATANIA – Emergenza cenere nei Comuni pedemontani dell’Etna, sommersi dal materiale lavico dopo la nova eruzione esplosiva di quest’anno, durata circa cinque ore ed avvenuta il 3 aprile.I sindaci di Santa Venerina, Acireale e Zafferana a conclusione di un incontro, chiedono che sia proclamato lo stato di calamità per mobilitare le risorse necessarie a rimuovere la cenere e ripristinare la viabilità. “L’Etna appartiene a tutti non soltanto per le sue bellezze naturali ma anche quando crea dei problemi, ormai ripetuti e costanti che hanno già messo in ginocchio le municipalità”, affermano i sindaci.
“Bisogna accelerare -secondo i sindaci, Enrico Pappalardo, Nino Garozzo e Alfio Russo- sullo stato emergenziale e sulla richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale e di emergenza così come chiesto alla Regione Siciliana dai sindaci e dal commissario della provincia dopo l’episodio del 16 marzo scorso. E’ necessario – aggiungono- che gli enti superiori, prevedano e coordinino modelli di intervento di rimozione della cenere immediati e standardizzati. Non soldi, quindi, ma celerita’ per una solidarietà reale”.
I sindaci ripropongono alla Regione l’istituzione di un fondo per le autonomie locali da cui attingere soltanto in base alle effettive necessita’ e dietro rendicontazione della Protezione civile regionale per “l’immediata rimozione della cenere vulcanica che può causare problemi alla salute e di provato pericolo per la circolazione viaria. Pensiamo che la Giunta regionale dovrà approvare la delibera che riconosca lo stato di calamità naturale come ci è stato garantito circa 15 giorni fa.
Lo stato emergenziale significherebbe poter accedere a procedure diverse che ormai sono indifferibili”. Interviene anche il parlamentare nazionale del Pdl, Basilio Catanoso, secondo cui “è indifferibile, ormai, da parte della Regione Siciliana la richiesta del riconoscimento della calamita’ naturale per la continua ricaduta sul territorio etneo di sabbia vulcanica emessa dall’Etna durante le ultime eruzioni”.