E’ rottura tra il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il ministro Sandro Bondi in un dibattito in occasione della presentazione della rivista di politica diretta da Alessandro Campi. ”Il diritto al dissenso delle opinioni – ha affermato il presidente della Camera – non si può sanare perché c’è Stato un voto dentro il partito. Se il dissenso non è strumentale ed è reale non viene meno perché c’è stato il momento catartico e liberatorio del voto perché questo non appartiene ad un movimento liberale. Non vorrei che con la conta si pensi di presentare surrettiziamente un pensiero unico”… Una filosofia dalla quale Fini è partito in difesa di alcuni valori come l’unità del Paese e la legalità, provocando la reazione del ministro Bondi.
”Qui c’è un problema di fondo – ha affermato Bondi – che può diventare un serio impedimento sulla strada della costruzione di un partito unitario. C’è un vizio di merito perché si possono anche porre questioni legittime ma che a mio avviso sono dettagli. Dal presidente Fini arrivano distinguo che sono inutili provocazioni, un quotidiano contro canto, mentre avremmo tre anni per fare le riforme. Se si va avanti così non si costruisce nulla, né il partito, né il governo, né il futuro dell’Italia. Tu hai una grande responsabilità”.