L’Innocenza dei Musulmani resta su Youtube. Google: “Non possiamo censurarlo”

ROMA – Obama chiede la censura del trailer dell’Innocenza dei Musulmani, Google risponde: “No, grazie”. In nome della “libertà di stampa”. Una libertà di stampa che Massimo Gaggi sul Corriere della Sera definisce “a geometria variabile”. Non si capisce, sostiene il giornalista, secondo quali criteri Google (che possiede Youtube, la piattaforma su cui è caricato il video) decida se bloccare o meno un contenuto.

L’Innocenza dei Musulmani è il film che sta scatenando violente proteste in tutto il mondo arabo perché raffigura Maometto come un donnaiolo pedofilo. Il trailer è stato bloccato prima in India e Indonesia (dove la diffusione di quelle immagini è reato) e poi in Libia e Egitto (dopo le violente proteste che si sono scatenate). Ma davanti alla richiesta del presidente americano, che chiedeva di censurarlo ovunque, Google ha risposto “picche”.

Il filmato “rientra nelle nostre linee guida e quindi resterà” disponibile sul web, ha risposto YouTube. “Questo approccio – sottolinea YouTube – è completamente coerente con i principi che abbiamo stilato nel 2007”.

YouTube precisa che le linee guida non permettono invece il cosiddetto ‘hate speech’ o ‘discorso d’odio’. “Hate speech – si legge nelle guidelines – si riferisce al contenuto che promuove l’odio contro i membri di un gruppo”. Talvolta c’è una “linea di demarcazione sottile” fra ciò che rientra in questa categoria e ciò che non vi rientra. “Per esempio va generalmente bene criticare un Paese, ma non va bene fare generalizzazioni offensive sulla gente di una particolare nazionalità”, si legge ancora nei principi di YouTube.

“Noi lavoriamo duro per creare una community alla quale ognuno possa partecipare e che permetta alle persone di esprimere opinioni differenti”, recita il comunicato di YouTube. “Questa può essere considerata una sfida perché quello che va bene in un Paese può essere offensivo altrove: questo video, che è ampiamente disponibile sul web, rientra chiaramente nelle nostre linee guida e quindi resterà su Youtube”, spiega il sito, precisando che “comunque abbiamo ristretto l’accesso al filmato nei Pesi dove è illegale, come India e Indonesia, e anche in Libia ed Egitto vista la delicatezza della situazione nei due Paesi”.

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Alberto Francavilla