ROMA – La guerra “chirurgica” di Israele avverte prima di colpire: lo fa con una telefonata agli abitanti della casa che verrà abbattuta, o lanciando una piccola granata di avvertimento. Da quel momento si ha un minuto, nei casi migliori un’ora per fuggire. Chi non lo fa – è il senso di questa misura – un po’ se l’è cercata.
La pratica della granata di avvertimento ha anche un nome: “roof knocking”. In effetti bussa al soffitto, a suo modo. La tecnica è usata almeno dal 2006, dall’operazione che nell’estate di quell’anno ha visto la mobilitazione massiccia dell’esercito, della marina e dell’aeronautica israeliana per liberare il soldato Gilad Shalit, rapito da alcuni militanti palestinesi in territorio israeliano, vicino al confine con la Striscia di Gaza.
Negli ultimi anni Israele ha deciso di avvertire le abitazioni colpite, soprattutto se vi abitano bambini e donne, in modo anche da giustificare eventuali vittime civili. Gli attacchi che prendono di mira i leader di Hamas, invece, non sono preceduti da alcun avvertimento.
Sin da quando Israele ha cominciato ad utilizzare questa tecnica, i leader di Hamas hanno chiesto alla popolazione palestinese di non lasciare gli edifici in seguito agli avvertimenti dell’esercito israeliano, ma di radunarsi sui tetti insieme a vicini di casa per far desistere i piloti israeliani. In alcuni casi questo risultato è stato ottenuto.