Il video in cui Michela Murgia, dopo l’intervista in cui aveva annunciato di avere un tumore, si era rasata i capelli a zero pubblicando il video sui social.
“Stamattina – queste le parole della scrittrice morta nella giornata di ieri a 51 anni – la sardità dei miei capelli ha ceduto ed è caduto il primo ciuffo. Con l’ultimo barlume del taglio abbiamo girato i lanci social di “Tre ciotolè. Poi abbiamo fatto questo. Sembra una festa, lo so, ma con gli amici, mio figlio e il sole di fuori, che cos’altro poteva essere?“.
Murgia aveva raccontato che le metastasi erano arrivate al cervello e di avere un tumore al quarto stadio. Aveva detto di aver avuto già un cancro “a un polmone” anni fa, ma che “era uno stadio precocissimo”. “Stavolta il cancro era partito dal rene. Ma a causa del Covid avevo trascurato i controlli. Mi sto curando con un’immunoterapia a base di biofarmaci. Non attacca la malattia; stimola la risposta del sistema immunitario. L’obiettivo non è sradicare il male, è tardi, ma guadagnare tempo. Mesi, forse molti”. “Il cancro non è una cosa che ho; è una cosa che sono”, aveva affermato poi la Murgia sostenendo di non voler utilizzare un “registro bellico”.
L’affetto per Michela Murgia rimbalza sui social dove si moltiplicano i messaggi di cordoglio. “Ma l’amor mio non muore”, scrive Roberto Saviano. “Michela, amore. Grazie per tutto”, è il messaggio di Loredana Lipperini. “Non so come faremo a stare senza di te. Ci hai insegnato come vivere e anche come morire”, le parole di Luciana Littizzetto.
“Michela ha immaginato il suo funerale come un atto politico, un incontro di tutti coloro che l’hanno letta, voluta bene, difesa, sostenuta. Una celebrazione della strada percorsa insieme” scrive Roberto Saviano, amico personale di Murgia, invitando “coloro che hanno condiviso il sentire di Michela a venire domani 12 agosto alla basilica di Santa Maria in Montesanto (Chiesa degli Artisti) alle 15.30. Questo funerale – sottolinea lo scrittore – non ha nulla di privato, per tutti è stato il suo scrivere, per tutti è stato il suo dire, per tutti il suo lottare e per tutti sarà questo saluto”.
“Nella notte delle stelle, va via una stella. Libera fino all’ultimo: addio Michela #Murgia”, è il post di Paolo Borrometi. “Quel tuo ultimo sorriso, donna luminosa, lo porterò sempre con me. #michelamurgia”, dice Geppi Cucciari. “Molto veloce, in un paese lentissimo. Ciao Michela”, scrive Nicola Lagioia.
Nell’onda di affetto per Michela Murgia che ha invaso i social, spiccano i messaggi di addio dei suoi figli d’anima, parte della famiglia allargata della scrittrice. “Camminiamo verso altre notti insonni a raccontarci i segreti, a immaginare nuovi orizzonti, a prenderci cura delle persone che amiamo. Benvenuta nella nostra nuova vita. Bentornata a casa, Shalafi amin”, scrive Francesco Leone. “Ciao bella”, le parole di Alessandro Giammei. Murgia – aveva spiegato la stessa scrittrice in alcune interviste – aveva sperimentato la filiazione d’anima nella sua famiglia di origine, che aveva allargato la sua cerchia ad altre figure genitoriali: un’esperienza che l’aveva spunta a mettere in discussione il concetto di famiglia tradizionale, diventando madre d’anima piuttosto che biologica.
Non è necessario condividere le idee di Michela Murgia per considerarla una donna coraggiosa, appassionata, coerente oltre che un’autrice originale e di grande talento. La sua scomparsa, anche se purtroppo annunciata, mi colpisce profondamente”. A dirlo è Marina Berlusconi, presidente del gruppo Mondadori, con il quale la scrittrice sarda ha pubblicato le sue opere.
Michela Murgia avvolta in un vaporoso abito rosso corallo, il turbante in tinta sulla testa, colta in un gesto come di danza: con questa foto le dice addio su Instagram Lorenzo Terenzi, l’attore, regista, autore e anche musicista, conosciuto nel 2017 grazie a uno spettacolo teatrale in cui lei era la protagonista e lui lavorava alla regia, che la scrittrice aveva sposato a luglio in articulo mortis. Nozze suggellate poi da una festa queer nel giardino della nuova casa romana di Murgia, condivisa dall’autrice di Accabadora sui suoi profili social. Il post sta raccogliendo i commenti commossi e le testimonianze di affetto di amici e fan della scrittrice.
Voglio esprimere sincere condoglianze alla famiglia e agli amici della scrittrice Michela Murgia. Era una donna che combatteva per difendere le sue idee, seppur notoriamente diverse dalle mie, e di questo ho grande rispetto”. E’ quanto scrive su Twitter la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in ricordo della scrittrice scomparsa.
“Si è spenta Michela Murgia che con determinazione, coraggio e il sorriso ha affrontato le paure e le sofferenze di una malattia terribile. Ai suoi cari giungano le mie sincere condoglianze”. Così, in una nota, il Presidente del Senato Ignazio La Russa ricorda la scomparsa della scrittrice.
“Lotteremo insieme sempre, perché ci sarai sempre e vinceremo noi“, commenta il deputato Pd Alessandro Zan. “Buon viaggio Michela, la pensavamo in modo diverso, ma spero tu possa ora trovare la pace”, scrive la ministra del Turismo Daniela Santanchè, mentre il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini pubblica una foto della scrittrice con la scritta “Una preghiera”.
“Ciao Michela. Ti ho voluto bene. Grazie di tutto. Che la terra ti sia lieve. #MichelaMurgia”. Lo scrive su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.
“Sono addolorato per la prematura scomparsa della scrittrice Michela Murgia: ho seguito la sua battaglia contro il ‘maledetto nemico’, ho tifato per lei, come ho tifato negli scorsi mesi per Mihajlovic, per Vialli, per amici come Frattini o Maroni o per tanti altri che non sono noti all’opinione pubblica. Voglio ringraziare Michela Murgia per aver mandato fino all’ultimo un messaggio importante per tutti i malati, quello di continuare a vivere, a lavorare, anche a polemizzare nel suo caso, anche in uno stato sempre più avanzato della malattia. E come sempre in questi casi penso alla mia battaglia che combatto da oltre 11 anni contro il mio tumore, alle operazioni, alla sofferenza, a quello che ho passato io, alle paure che ho avuto anch’io”. A dirlo è il senatore Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e l’Autonomia.