ROMA – Il nome dice (quasi) tutto. Si chiama miracle machine, ovvero macchina del miracolo, e stando a quanto affermano i loro creatori, è la macchina che trasforma l’acqua in vino.
Lo fa a un costo contenuto (un euro e mezzo due, contro i circa 15 della bottiglia equivalente realizzata facendo fermentare l’uva), lo fa in modo semplice (basta inserire gli ingredienti come se ci si facesse un caffè a cialde) e come tutte le invenzioni dei nostri tempi ti comunica come sta procedendo il “miracolo” via smartphone.
Verità o bufala? Kevin Boyer e Philip James, i due inventori, assicurano che è vero. Basta inserire gli ingredienti e aspettare, tanto per rimanere in tema di simbologie religiose, tre giorni.
Quando la macchina entrerà in commercio si potrà scegliere tra sei varietà di vino. Un Cabernet Sauvignon e uno Chardonnay dalla Napa Valley, un uvaggio misto dalla Toscana, un Sauvignon Blanc da Sonoma, un rosso e un bianco di Borgogna e un Pinot Nero dall’Oregon. E visto che gli americani non sono esattamente dei “puristi” hanno introdotto, per ogni tipo di vino, delle varianti di sapore: “Fruity”, “Forward” e “Lively” (fruttato, maturo o fresco).
La “macchina dei miracoli”, spiegano, costerà circa 360 euro. Il dubbio, quello fondamentale, resta. Quello sul sapore del vino miracoloso.