Real Madrid, Carlo Ancelotti poliglotta: parla inglese e spagnolo (video)

Real Madrid, Carlo Ancelotti poliglotta: parla inglese e spagnolo (LaPresse)

MADRID, SPAGNA –  Carlo Ancelotti, el Pacificador, detta subito la linea: ”Siamo il Real Madrid, il club più  prestigioso del mondo. Vittoria e spettacolo sono i nostri obiettivi”.

Nel giorno della presentazione al direttivo del club e ai giornalisti il tecnico italiano si presenta sicuro e convinto. L’ombra di Mourinho non lo sfiora e non lo condiziona:

”E’ un grande allenatore. Ognuno ha il suo carattere. I nostri sono differenti. Lo rispetto”. Fine della questione. D’altronde il presidente, Florentino Perez, lo ha chiamato per voltare pagina e tornare a vincere in Europa, ma anche per riequilibrare l’ambiente, scosso dal passaggio del portoghese. ”Carlo e’ il tecnico piu’ bravo del mondo – dice Perez -. Una persona intelligente e un eccellente essere umano”.

Per questo, forse, a Madrid lo chiamano ”el pacificador”, il pacificatore: ”Non lo sapevo. Non credo ci sia nulla da pacificare, ma capisco che lo dite con un tono positivo, quindi mi sta bene”.

Il suo stile calmo e sicuro si ripete quando parla di Zinedine Zidane: ”Sara’ al mio fianco, sempre. Anche in panchina. Peccato che non possa farlo giocare”.

Per lui, gia’ dirigente, l’area tecnica si ampliera’ e Carletto lo terra’ assieme al suo secondo, Paul Clement. Pero’ con l’ex fuoriclasse di Juve e Real e con gli altri esponenti dell’area tecnica Ancelotti studiera’ le strategie di mercato. Nessuna risposta alle tante domande su arrivi e partenze: ”Valuteremo tutto nei prossimi giorni”.

Gli unici nomi sui quali interviene sono quelli che derivano dalle domande: ”Cavani? e’ un grande giocatore”; Falcao poteva servire?: ”E’ un grande giocatore, ma davanti abbiamo Cristiano Ronaldo, Benzema e Higuain’‘ (forse l’argentino restera’?); Casillas, messo in panchina da Mou? ”E’ un fuoriclasse”; Kaka’? ”Lo conosco molto bene, spero di allenarlo e poi decidero”’.

E il baby talento Isco in arrivo? ”Molto bravo”. Poi il modulo. Nessuno schema con i numeri, ma una filosofia di gioco: ”Una grande squadra deve dare spettacolo, attaccare, avere equilibrio tra i reparti e controllo della palla.

Al Real ci sono grandi giocatori, in grado di interpretare un gioco offensivo”. Assieme a lui, in conferenza, solo Emilio Butragueno, oggi responsabile dei rapporti istituzionali del Real.

Ancelotti lo consulta solo 3-4 volte per capire qualche parola, per il resto risponde sempre in spagnolo: lo parla ancora in modo elementare, ma con una padronanza che tradisce almeno qualche mese di studio.

Forse comincio’ quando era al PSG i cui dirigenti ringrazia per avergli dato l’opportunita’ di guidare ”il club sul tetto del mondo”. E di coronare quello che – rivela Perez – era il suo sogno quando aveva 10 anni: allenare un giorno il Real. Il romagnolo di Regello al Bernabeu ci e’ arrivato.

Ora che la sua presenza ha pacificato l’ambiente (”la pressione non e’ un problema e con i giocatori preferisco il dialogo”), le sue idee di gioco dovranno far tornare a vincere i blancos.

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