Rodotà: “Cantiere di sinistra con Vendola? Ci sarò”

ROMA – ”Ho partecipato a molti cantieri in questi anni e parteciperò anche a questa discussione che si sta aprendo con Vendola”. Lo ha detto Stefano Rodotà a Che tempo che fa? rispondendo alle domande di Fabio Fazio.

”Certo non è l’unica discussione che si sta aprendo – aggiunge Rodotà – dovrei avere due o tre vite per partecipare a tutti i cantieri che si aprono. Io ad esempio ho contribuito ad aprire quello della Costituente dei beni comuni”. E con questo, racconta, ”abbiamo mandato al Parlamento sei proposte di legge, tra cui quella sul reddito minimo garantito, che potrebbero essere esaminate subito”.

Poi torna a interrogarsi sulle polemiche sorte attorno alla sua candidatura al Quirinale, sostenuta dal Movimento 5 Stelle ma non votata dal Pd.”Dovevo andare a chiedere il permesso di candidarmi?“, si domanda ironico. “Ma io ho una storia lì dentro… Sono stato deputato del Pci, presidente del Pds. E allora? No, non era un problema mio”. ”Io – precisa Rodotà – non mi sono mai rifiutato al dialogo”.

Quanto al M5s, riconosce che “quello della ingenuità dei 5 stelle è un dato vero ma il Parlamento può anche dare buoni effetti”. ”La parlamentarizzazione – ha sottolineato – è un fatto importante: o riteniamo che sono entrati degli eversori, i barbari e allora bisogna creare cordone sanitario, ma io credo molto nel Parlamento” che “impone le sue regole” ed è una ”occasione che non può essere perduta”.

“Il tentativo Bersani – osserva – aveva bisogno di interlocutori, ma bisogna capire che una forza appena entrata in Parlamento faceva fatica”. Poi punta il dito contro il Pd, con la sua stessa candidatura ” c’erano state delle indicazioni che forse era opportuno tenere in considerazione, non è stato fatto, sono stati fatti errori”.

Poi però riconosce: ”Sarebbe stato opportuno dire sì al tentativo di Bersani” a formare il governo. Il giurista però è piuttosto comprensivo e dice di capire  le difficoltà che deve aver incontrato ”una forza che entra per la prima volta in Parlamento forte di una certa aggressività”, come il M5S.

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Daniela Lauria