Il rogo, sprigionatosi tra il 66 esim0 e 67 esim0 piano, si è sviluppato rapidamente divorando un’area di oltre 300 mq ma le 14 persone presenti in quel momento nella parte più alta della torre sono state evacuate tempestivamente e nessuno è rimasto ferito. L’evacuazione è stata estesa anche ai grattacieli vicini, nel timore di un’ulteriore avanzamento delle fiamme e di possibili crolli.
Rogo domato – Gli elicotteri, due Ka-32, si sono alternati mentre una enorme nuvola di fumo copriva la trafficata arteria del Kutuzovski Prospekt, dirigendosi verso la Casa Bianca, la sede del governo russo. I pompieri hanno localizzato il focolaio e sono riusciti a domare il rogo solo dopo quattro ore, quando utilizzando le scale sono intervenuti anche con gli idranti. L’incubo di immagini per certi versi simili a quelle dell’11 settembre è svanito nella notte.
Le cause – Ma restano gli interrogativi sulle cause dell’incendio, scoppiato in un edificio sotto sequestro nell’ ambito di una vicenda giudiziaria legata al controverso miliardario Serghiei Polonski, ex patron del colosso immobiliare Mirax Group, società incaricata della costruzione della City moscovita su un’area di 60 ettari. Un grattacielo che con i suoi 356 metri e 93 piani doveva diventare il più alto d’Europa, l’icona del più ambizioso e costoso progetto immobiliare degli ultimi anni nel vecchio Continente, il simbolo del boom economico della Russia. Poi la crisi ha ridimensionato e ritardato il completamento di questi rutilanti grattacieli tutto vetri e acciaio, sforbiciandone un po’ anche l’altezza.