ROMA – L’’incrociatore leggero HMS Belfast che partecipò allo sbarco in Normandia, aveva a bordo il regista hollywoodiano George Stevens, incaricato di documentare le azioni dei militari americani.
Stevens accompagnava le truppe della sesta armata che si preparavano a sbarcare sulle coste della Francia occupata dai nazisti, e doveva realizzare un cinegiornale a colori in 16 millimetri.
Le pellicole vennero sviluppate al ritorno dagli Stati Uniti, ma Stevens le ha poi tenute in un magazzino per decenni ritrovate solo 20 anni fa da suo figlio George Stevens Jr, anche egli regista. Si tratta di materiale unico al mondo anche per il fatto che è stato registrato a colori.
Stevens ha deciso nel 1994 di realizzare un documentario sulla vita di suo padre. Si tratta di “George Stevens: D-day to Berlin”, documentario che venne realizzato a cinquant’anni dallo sbarco in Normandia di cui ricorre, il 6 giugno di quest0anno, il settantesimo anniversario.
Il documentario nel 1994 vinse tre Emmy. A distanza di altri venti anni conserva ancora tutta la sua potenza. Alcune riprese furono utilizzate durante il processo di Norimberga. Mostra le immagini del D-day ed anche la distruzione di villaggi francesi, la liberazione di Parigi il 25 agosto 1944, quella del campo di concentramento di Dachau nel 29 aprile 1945.
Si tratta, spiega Geroge Stevens Jr. della “più corposa documentazione a colori di una guerra che fu tutta in bianco e nero. “Ecco come la vediamo. Ecco come l’abbiamo vista. E vederla improvvisamente a colori le fa assumere tutta un’altra dimensione”.
Tornato negli Stati Uniti dopo la guerra, Stevens tornò a fare il regista a Hollywood e, dopo aver fondato una sua casa di produzione, realizzò diversi film. Il più noto è “Il gigante”, con Liz Taylor e James Dean.
A seguire, un frammento del documentario: