Per Enzo Boschi, nel 2004 Mirandola era un sito “a basso rischio sismico”

MIRANDOLA (MODENA) – Nel 2004, Enzo Boschi prese la parola durante un convegno organizzato a Mirandola e diede il suo assenso alla realizzazione di un deposito di gas di Rivara vicinissimo a San Felice sul Panaro (Modena), situato proprio in mezzo ai due epicentri dei terremoti devastanti del 20 e del 29 maggio. Secondo l’allora presidente dell’Ingv (ci rimarrà fino all’agosto 2011), il luogo era sicuro e a bassissima pericolosità sismica: “Sappiamo dire con precisione che quella zona non è ad elevato rischio sismico”. In quelle località si sentirà “magari ogni tanto qualche scozza, ma la casa non le cadrà addosso”.

Il sito individuato dall’Erg anche sulla base di una relazione del Dipartimento di scienze geologiche dell’Università di Catania, era stato giudicato dall’Ingv realizzabile. Il responsabile scientifico del dipartimento nonché coordinatore dell’indagine commissionata dall’azienda energetica, era all’epoca il professor Stefano Gresta, attuale presidente dell’Ingv.

Nella puntata di “Primaserata “andata in onda lunedì 4 giugno, è stato trasmesso l’intervento di Enzo Boschi.

Nel 2004, circolò anche un documento riservato. A pagina 17 di questo documento intitolato “Integrazione volontaria” si legge: “In assenza di pericolosità sismica associata alla faglia di Mirandola, il rischio sismico è quello calcolato in base alla sismicità storica del sito (quantificata nel 2010 dal Dsg dell’Università di Catania Prof. S. Gresta)”. Il passaggio rassicurante è nella quartultima pagina: “In conclusione, i risultati delle stime di pericolosità mediante simulazioni, basate su uno scenario sismico realistico (il terremoto di Parma e Reggio del 1996, magnitudo Mw=5,4) confermano il modesto grado di pericolosità sismica al sito specifico di Rivara”.

Il deposito di gas di Rivara, importantissimo perché finirebbe per trovarsi sia a poca distanza dal gasdotto che arriva dall’Algeria sia da quello che porterà in Italia il gas russo, è stato al centro di un lungo e pesante contrasto di opinioni fra esperti. I geologi di un altro importante ateneo italiano si erano però detti convinti dell’esistenza nel sottosuolo di “strutture potenzialmente attive” e avevano consigliato alla Erg di rivolgersi alla Schlumberger di Londra, una filiale della maggiore società mondiale di perforazioni specializzata anche in studi del sottosuolo.

 

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Lorenzo Briotti