PARIGI – Si chiama Ayoub al-Qahzzani, il 26enne marocchino che ieri, 21 agosto, ha aperto il fuoco con un kalashnikov su un treno da Amsterdam-Parigi, fermato da tre soldati americani disarmati e in borghese.
Il giovane – che ha ferito tre persone, tra cui due marines e un britannico, prima di essere sopraffatto – era legato alla cellula jihadista smantellata in Belgio a gennaio a Verviers, guidata da un belga di origine marocchine Abdelhamid Abaaoud, conosciuto come Abu Omar Soussi. Lo riferisce il quotidiano belga Le Soir mentre lo spagnolo El Pais scrive che al-Qahzzani ha vissuto un anno in Spagna (l’intelligence di Madrid l’aveva segnalato a quella di Parigi) fino al 2014 quando si e’ trasferito in Francia, per poi recarsi in Siria, e quindi tornare in Francia.
Ayoub al-Qahzzani è salito ieri a Bruxelles sul treno Thalys diretto a Parigi portando con sé un kalashnikov, una pistola, nove caricatori e un’arma da taglio. Bloccato dai soldati americani è stato poi arrestato alla stazione francese di Arras.
È stata una lotta breve, sanguinosa e caotica, quella che ha visto coinvolti i tre americani che sono riusciti a disarmare l’uomo sul treno Amsterdam a Parigi, evitando una tragedia. È quanto racconta alla Cnn Anthony Sadler, l’unico civile dei tre.Quando “il mio amico Alek Skarlatos ha urlato, ‘Prendetelo!, il mio amico Spencer Stone si è alzato immediatamente per saltare addosso al ragazzo, seguito da Alek e da me” spiega Sadler. Stone è un membro dell’Air Force mentre Skarlatos è nella Guardia Nazionale.
“L’abbiamo picchiato” e Skarlatos è riuscito ad afferrare il fucile e a colpire l’aggressore in testa. Poi “l’ho legato con l’aiuto di Chris, un altro passeggero”. “Nella lotta Spencer è rimasto ferito”, perché l’uomo racconta ancora Sadler, aveva un coltello, con il quale è riuscito a colpire Spencer un paio di volte, ferendo il militare alla testa, al collo e alla mano. Le immagini in un video esclusivo, ripreso con un cellulare, pubblicato dalla Cnn, in cui si vede la scena finale: l’aggressore legato e il militare stordito e ferito. Le pareti dello scompartimento sporche di sangue e in un angolo il fucile dell’aggressore.