Ahmadinejad cambia registro e se all’Onu ha taciuto i riferimenti alla corsa al nucleare iraniana, in un intervista alla stampa americana ha lanciato segnali di apertura proprio sull’arricchimento dell’uranio.
«Perché non lasciare che i ricercatori si siedano intorno a un tavolo, discutano, e vedere a quali risultati siano in grado di arrivare? Io penso che, se succedesse, sarebbe un fatto positivo», ha detto il presidente iraniano.
Che sia davvero disposto al dialogo? Il capo del governo di Teheran nel lanciare questa tanto timida quanto sorprendente proposta ha omesso di ricordare la posizione assolutamente poco conciliante del regime degli ayatollah finora.
In molti credono poco nella svolta del leader iraniano, che piomba inaspettata proprio in vista della prossima riunione dei 5+1, pronti a rimettere sul tavolo dei negoziati la questione nucleare tanto cara ad Ahmadinejad. I cinque membri permanenti dell’Onu, più la Germania, si siederanno a colloquio il primo ottobre prossimo a Ginevra.
Il presidente ha cercato anche un’intesa con gli Stati Uniti: «L’Iran è un’opportunità per l’America, non una minaccia». Ovviamente ha posto subito dopo le dovute condizioni: cambio di politica in Iraq e Palestina. Del resto per Ahmadinejad e i suoi gli Usa rappresentano “il Grande Satana”.
