Apre la conferenza stampa per fare il punto sul lavoro svolto dal governo con una nota del suo solito ottimismo, dicendo che, come testimoniato anche dall’Ocse, «l’Italia è prima in Europa per segni di ripresa» e saluta questi dati come «una buona notizia che va nella direzione della fiducia che deve sempre esserci per uscire da questa crisi». Così Silvio Berlusconi si appresta a dare il saluto delle vacanze all’Italia, con un monologo di circa un ora in cui ha passato in rassegna tutti i risultati dell’esecutivo in questi primi 14 mesi di mandato.
Una sfilza di provvedimenti varati, dalla riforma del processo civile al piano casa, dalla legge sulla sicurezza al federalismo fiscale, dalla riforma della scuola, «una riforma di buon senso nonostante molti abbiano mandato i bambini in strada a protestare», alla chiusura della questione coloniale con la Libia grazie alla quale «ci sono già ottimi risultati per i nostri imprenditori, a partire da Finmeccanica ed Eni». E poi il ritorno dell’Italia al nucleare per il quale, assicura il Cavaliere, «Stiamo stipulando importanti accordi con chi ha il know-how».
Il tutto passando per l’impegno del governo contro la crisi economica: «Siamo riusciti a garantire la pace sociale, mettendo da parte 34 miliardi per gli ammortizzatori sociali e allargando le categorie – ha sottolineato orgoglioso il Cavaliere – e oggi non c’è nessuno in Italia che perde il posto di lavoro».
E poi ancora soddisfazione per come l’esecutivo ha gestito il problema della sicurezza e una nuova promessa: «Aumenteremo e fortemente la presenza dei militari impegnati nell’ordine pubblico».
Mentre parla Silvio Berlusconi non sa nascondere una profonda soddisfazione che esterna subito dicendo: «Credo che nessun governo abbia fatto tanto in 14 mesi di vita».
A fare da sfondo a questo idillio dei buoni risultati c’è la polemica con la stampa. Non è un caso che il Cavaliere abbia aperto la conferenza stampa con una battuta riferita ai giornalisti in sala: «State bene? – ha domandato – Che aria si respira in Rai con i direttori che ho fatto io…?». E dopo circa un’ora di monologo, quando ha aperto il via alle domande, ha risposto bruscamente ad una giornalista del Tg3 che faceva una domanda sullo stupore della Turchia per la sua presenza alla firma tra Erdogan e Putin per l’accordo sul gasdotto. «Lei appartiene a una testata che ieri sera ha fatto quattro titoli di contrasto – ha attaccato il premier – Ne approfitto per dire che il servizio pubblico non dovrebbe attaccare nè me né il governo, né l’opposizione. Non ho niente di cui vergognarmi, si tratta solo di calunnie. Non ho scheletri nell’armadio non sono ricattabile. L’intervista a mia figlia Barbara? Il suo discorso è stato estrapolato, mi vuole molto bene».