L’affare Cissokho-Milan “non s’ha da fare”. Lo ha confermato l’amministratore delegato rossonero, Adriano Galliani: «Purtroppo la richiesta del Porto per il prestito è troppo elevata. Il trasferimento di Aly Cissokho è saltato». Edin Dzeko, invece, è affare ancora possibile anzi, adesso probabile (più avanti vedremo perchè). Galliani lo vuole a tutti i costi e considererebbe chiuso, in caso di acquisto dell’attaccante bosniaco dal Wolfsburg, il mercato del Milan.
L’antefatto. Dopo aver venduto Kakà al Real Madrid, il Milan si è frettolosamente buttato sul mercato, a cercare un immediato palliativo per tranquillizzare i tifosi: nella fretta si possono commettere ottime mosse istintive (Dzeko) ed errori madornali (Cissokho a 15 milioni di euro). Durante le visite mediche si è appreso che la dentatura di Cissokho non è a posto e che il giovane terzino potrebbe, per questo, accusare problemi posturali con conseguenti infortuni.
Forse ho speso troppo? La dirigenza rossonera ha così avuto il tempo per capire che il primo investimento del post-Kakà sarebbe stato sproporzionato, addirittura folle. Il Porto aveva giustamente puntato alle nuovamente pingui casse del Milan ed aveva strappato l’affarone. Ci si è messo il dentista.
Adesso si fa a modo nostro! A quel punto Galliani si è sentito in diritto di ridiscutere tutto ed ha proposto al Porto l’acquisto in prestito oneroso del calciatore (3 milioni) con il riscatto fissato a 12 per l’anno prossimo. La risposta è stata “No”, tutto quello che Galliani voleva sentirsi dire.
La domanda. Il Milan può spendere 15 milioni per un calciatore, ha il “Milan Lab” e non trova i fondi per curare Cissokho? Evidentemente no, non è quello il motivo, ma le visite mediche hanno dato tutto quello che serviva al Milan: tempo, per riflettere. Le due nottate di tempo in più hanno portato consiglio, e questo è sicuramente un merito. Cissokho, a quelle cifre, sta bene dov’è e lì resterà.
Complimenti: fortuna e lucidità ritrovata. Solo gli stupidi non cambiano mai idea e questa volta i dirigenti rossoneri, a carte scoperte, si sono guadagnati la massima stima per averlo fatto. Stilisticamente non è stato bellissimo rispedire al mittente il calciatore in questo modo, ma se ne son guadagnati il diritto. Dopo l’affair Kakà avevano perso, comprensibilmente, la lucidità. Intendiamoci: Cissokho è un buon giocatore, ma non può essere pagato quella cifra; è vero, ha giocato benissimo, ma solo per quattro mesi e dopo esser stato pagato dal Porto appena 300 mila euro. Ripetiamo: a quelle cifre Cissokho sta bene dov’è. Il Milan è stato fortunato e il dentista merita il massimo della gratitudine per aver dato a Galliani & co. il tempo per riflettere.
Arriva “il Dzeko”, due piccioni con una fava. Proprio così, perchè adesso nelle casse son virtualmente tornati quei 15 milioni, già dati per dispersi. A cosa serviranno? Immaginate che il Wolfsburg dica a Galliani: “25 milioni per Dzeko non bastano, ma a 35 chiudiamo”. L’ad rossonero tornerà indietro nel tempo, ripenserà al dentista, poi frugherà nelle sue tasche e capirà di poter soddisfare le richieste dei tedeschi e le voglie personali e del Milan. Perchè Dzeko, al contrario di Cissokho, quei soldi li vale tutti e Kakà sarà, REALmente, un pochino più lontano.