
Rai, quanto ancora resterà Antonio Campo Dall’Orto sulla poltrona di direttore generale della Rai?, si chiede Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato e componente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, lanciando lo slogan:
“Fuori i dilettanti dalla Rai! I camerieri di Renzi devono abbandonare la Rai”.
Si auto risponde così: poco e le smentite del presidente Monica Maggioni ne sono la migliore conferma:
“Il presidente della Rai, Maggioni, non parla quasi mai. Se lo fa per dire che il dg è stabile nel suo posto, significa che tutti hanno capito che Campo Dall’Orto è in uscita. Monica Maggioni a differenza di Campo Dall’Orto conosce la Rai e la televisione e sa che questo dg è stata una follia, tra le tante, imposte da Renzi. Le affermazioni di Maggioni sono, dal punto di vista giornalistico, la migliore delle conferme.
Campo Dall’Orto ha distrutto la Rai. Gli ascolti crollano. Il deficit cresce e il 2017, senza rinnovo della concessione e il contratto di servizio, si prospetta fosco. Mandarlo via sarebbe una decisione saggia da prendere rapidamente per il bene della Rai”.
È quindi più che
“giusto l’invito che viene da più parti a salvare la Rai, un patrimonio pubblico che non può essere distrutto dai vassalli di Renzi o da prodotti scadenti come quelli di Veltroni. Il piano Verdelli è morto. La struttura costosa messa in piedi con esterni dal direttore generale, bocciato dal Cda con il piano di cui è coautore, va smantellata.
“La Rai naviga al buio. Senza rinnovo della concessione e del contratto di servizio e anche per la latitanza e l’inadeguatezza del governo. Subito confronto tra commissione di Vigilanza e vertici Rai per un piano di emergenza che ponga fine ai danni prodotti da esponenti di governo totalmente disinteressati al valore e al futuro della Rai”.
Questa è l’ultima di una serie di dichiarazioni del sen. Gasparri sulla Rai di Campo Dall’Orto, da lui definito “il maggiordomo di Renzi messo alla guardia della Rai”. Campo Dall’Orto, dice Gasparri,
“dà un’immagine distorta del servizio pubblico. Difende un pluralismo che ha cancellato avendo fatto una lottizzazione unilaterale. Minimizza i numerosi fallimenti che la Rai ha registrato in questi mesi e la totale mancanza di trasparenza. Campo Dall’Orto non parla della mancata attuazione delle indicazioni venute dall’Autorità anticorruzione. Le azioni della Rai, le assunzioni esterne, l’affidamento con procedure illegali del servizio sicurezza ed altre vicende non sono state cancellate. C’è insomma roba da codice penale. Sono stati sperperati soldi per assumere i vari Verdelli e Merlo, i cui piani sono fallimentari e vengono disapprovati dalla gran parte dei vertici dell’azienda. Insomma, si cerca di trasformare il disastro di un incapace in un racconto virtuoso”.
In particolare Gasparri ha concentrato le sue critiche sul piano editoriale di Francesco Merlo, giornalista di Repubblica in pensione, la cui bocciatura da parte del Cda Rai ha portato alle dimissioni di Merlo, e il programma di Walter Veltroni, Gli Occhi Cambiano, che è stato un flop.
Gasparri è arrivato a paragonare Campo Dall’Orto a Pietro Badoglio, il cui nome è legato nella storia d’ Italia all’armistizio con gli americani, nel 1943, dietro le spalle degli alleati tedeschi, seguito l’ 8 settembre 1943 dalla fuga da Roma con il re e tutto il governo. Roma fu abbandonata, l’ esercito italiano fu lasciato senza guida, migliaia e migliaia di soldati allo sbando e alla mercé dei nazisti.
“Come Badoglio, il dg Rai Campo Dall’Orto fa proclami indifferente alla realtà fallimentare che lo circonda. Gliela ricordiamo noi. La Rai chiuderà il bilancio con 70 milioni di perdite, nonostante il pieno sostegno del governo e il canone in bolletta. Ci sono stati disastri clamorosi come Politics, i programmi di Veltroni, i flop di Nemo e tante altre trasmissioni andate male. Il piano Verdelli è stato bocciato ed è costato solo i lauti stipendi di tutta la struttura creata appositamente per questo inutile sforzo. L’Anac ha bombardato la Rai con una serie di contestazioni alle quali il dg e l’azienda non hanno ancora risposto. Non è stata ancora rinnovata la concessione né è stato fatto il contratto di servizio”.
“La Rai naviga a vista. Questa colpa si estende ai vertici di governo e di sotto governo, con sottosegretari che si sono dimostrati assolutamente distratti di fronte a questo disastro. Renzi si è occupato attraverso i suoi addetti stampa di incrementare solo la sua presenza in tv e l’occupazione stessa della Rai con persone amiche.
2Chiediamo quindi l’immediata audizione congiunta in Vigilanza del dg Rai e del Cda che ha bocciato il piano Verdelli. È tempo di una discussione trasparente negli organi parlamentari che secondo la Corte costituzionale rappresentano l’unico luogo di garanzia e di rispetto del pluralismo nel servizio pubblico. Siamo a un’autentica emergenza”.
Quanto a Veltroni, la polemica di Gasparri è scandita sui risultati Auditel:
“Nonostante abbia preso dalle teche Rai anche i mitici gol di ‘Italia-Germania 4 a 3′, Walter Veltroni ha battuto un nuovo record per Rai Uno, sfondando verso il basso il tetto dell’ 8 per cento”, esattamente il 7,8 per cento di share:
“Una punta record negativa per la rete ammiraglia. Un disastro di cui non riusciamo ancora a conoscere i costi complessivi e i compensi destinati all’ex sindaco di Roma, ex vice presidente del Consiglio ed ex segretario del Pd. Un esempio di mala televisione che con pretese di qualità e di informazione gioca con materiale di archivio e realizza ascolti disastrosi. Si profila un danno erariale sotto l’aspetto degli introiti pubblicitari”.
Il flop di Gli Occhi Cambiano, ricorda Gasparri, viene dopo il fallimentare programma sempre di Veltroni ‘Dieci cose’, che in prima serata su Rai Uno restò intorno al 10 per cento. Campo Dall’Orto e i suoi collaboratori sono degli irresponsabili e Veltroni dovrebbe non solo dire quanto ha guadagnato per questi flop ma scusarsi per il danno arrecato al servizio pubblico”.