«Ci sono timidi segnali di ripresa ma davanti abbiamo mesi molto difficili ed è assolutamente necessario varare le riforme strutturali altrimenti usciremo dalla crisi con un tasso di crescita molto basso e ci vorranno cinque anni per tornare ai livelli di prima». Lo ha affermato il Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.
«Non c’è dubbio – ha detto la Marcegaglia intervenendo al convegno “l’economia italiana e la ripida ripresa” – che la congiuntura mostri segnali di miglioramento come la fiducia dei consumatori negli Stati Uniti, la produzione industriale cinese e l’andamento della borsa giapponese».
Ma questi segnali vengono interpretati con molta prudenza: «Abbiamo davanti – ha detto la presidente di Confindustria – mesi molto difficili. Comunque gli imprenditori non intendono abbandonarsi alla rassegnazione e c’è grande volontà di andare avanti».
Tornando a questi timidi segnali di ripresa, la Marcegaglia ha fatto presente che «questo non vuol dire che l’emergenza sia finita». E citando le previsioni di un incremento del Pil dello 0,7% nel 2010 la numero uno di Viale dell’Astronomia ha ammonito: «Se non cambiano alcune cose il rischio è che ci metteremo cinque anni per tornare ai tassi di sviluppo di prima della crisi».
I cambiamenti, secondo la Marcegaglia, devono riguardare prima di tutto le grandi riforme strutturali. Le cinque riforme più urgenti indicate dalla presidente di Confindustria sono: sburocratizzazione ed efficienza della pubblica amministrazione; istruzione e formazione; infrastrutture; legalità, soprattutto al sud; riforma della giustizia civile per garantire la certezza del diritto. Cinque riforme che secondo la presidente la Marcegaglia «possono dare un grande potenziale di crescita al nostro paese».