NAPOLI – E’ stato sgomberato dalla polizia venerdì mattina, 24 giugno, il campo rom di Masseria del Pozzo a Giugliano, in provincia di Napoli. Circa 300 persone sono state allontanate: tra loro anche duecento bambini e ragazzini che ora verranno seguiti dai servizi sociali del Comune napoletano.
Il sequestro e lo sgombero sono stati ordinati dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Napoli Nord che nei mesi scorsi aveva sequestrato a Giugliano diverse aree adibite a discariche abusive vicine all’insediamento, con concreti rischi per la salute dei rom, in particolare dei più piccoli.
Le indagini che hanno portato allo sgombero del campo rom di Giugliano sono partite dopo il sequestro nel maggio 2015, da parte del commissariato della polizia di Giugliano-Villaricca, di tre discariche abusive, tutte realizzate in aree ubicate nei pressi del campo rom. Tra le zone sequestrate anche un tratto di costone di strada adiacente delle baracche edificate dai rom.
Le successivi analisi dell’Arpac sui rifiuti trovati, altamente tossici e più volte oggetto di combustione, hanno confermato i pericoli per la salute dei rom, specie dei più piccoli.
Il decreto di sequestro preventivo del campo era stato già emesso ad ottobre 2015 dal Giudice per le indagini preliminari di Napoli Nord, ma non era stato eseguito subito per dar tempo al Comune di predisporre un piano per una messa in sicurezza dell’area con il coordinamento della prefettura di Napoli.
Più volte dall’amministrazione comunale di Giugliano è arrivata la richiesta di differire l’esecuzione del decreto, l’ultima è stata bocciata ad inizio giugno, quando la Procura ha deciso di tirare dritto e ordinare lo sgombero ritenendo che gli interventi di messa in sicurezza effettuati dal Comune non fossero sufficienti a garantire l’incolumità dei rom.